Episodi di usura ai danni di imprenditori. Due condanne e cinque proscioglimenti

I due imputati sono stati condannati anche al pagamento di una serie di provvisionali ed risarcimento del danno in separata sede in favore delle parti civili.

Si conclude con due condanne e cinque proscioglimenti, il processo di primo grado su una serie di episodi di usura avvenuti a Monteroni.

I giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Bianca Todaro e Luca Scuzzarella), nella giornata di oggi, hanno inflitto la pena di 3 anni e 1 mese di reclusione e 11mila euro di multa a Domenico Giancane, 75enne, imprenditore monteronese, e di 6 anni e 11 mesi di reclusione oltre ad una multa di 20mila euro per il suo collaboratore Giovanni Paolo Guido, 56enne, anch’egli di Monteroni, che secondo l’accusa, era incaricato di tenere la contabilità.

Sono entrambi difesi dall’avvocato Massimo Bellini e potranno fare ricorso in Appello.

I due imputati sono stati condannati anche al pagamento di una serie di provvisionali ed risarcimento del danno in separata sede in favore delle parti civili.

I giudici hanno disposto il non luogo a procedere per prescrizione nei confronti dell’’imprenditore Gianfranco Pati, 65enne di Monteroni; Stefano Pellegrino, 42enne originario di Copertino, ma residente a Lecce; Fabio Cuna, 51enne di Monteroni; Pierluigi De Giorgi, 49enne di San Cesario, Tommaso Verardi, 94enne di Lecce.

Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Luigi e Roberto Rella, Giuseppe Bonsegna, Giuseppe Romano, Vitttorio Vernaleone, Francesco De Iaco e Giuseppe Milli.

Va detto che nell’ottobre del 2012 scattarono due arresti, grazie alle denunce presentate da tre imprenditori e per mezzo delle intercettazioni telefoniche effettuate dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Lecce.

I fatti contestati dalla Direzione Distrettuale Antimafia fanno riferimento a fatti avvenuti tra marzo del 2009 e novembre del 2012.

Il sistema si sarebbe basato su concessioni di prestiti, da parte di Giancane con tassi d’interesse fino al 75% e numerosi solleciti di pagamento, accompagnati da pesanti minacce, con l’appoggio di alcuni elementi della criminalità organizzata, secondo l’accusa, legati al clan Tornese

Va detto che nell’ottobre del 2012 scattarono due arresti, grazie alle denunce presentate da tre imprenditori e per mezzo delle intercettazioni telefoniche effettuate dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Lecce.



In questo articolo: