Vaccini, via libera in Puglia al secondo richiamo. Ecco le regole per la quarta dose

Via alla quarta dose, ma non sarebbe meglio aspettare il vaccino aggiornato che dovrebbe essere pronto a settembre?

La curva dei contagi è tornata a crescere, anche in Puglia, spinta da un lato dalle sottovarianti Omicron B.4 e B.5, dall’altro dall’allentamento delle restrizioni e, di conseguenza, delle misure di precauzione. Basta guardare i numeri.

La situazione Covid in Puglia

All’inizio del mese di giugno il tasso di incidenza si attestava su valori di 180 casi per 100.000 abitanti, Rt sintomi pari a 0.72, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica era l’8% con 241 persone ricoverate, mentre in terapia intensiva il 3%. I dati dell’ultima settimana di monitoraggio epidemiologico (dati relativi al periodo 27 giugno-3 luglio, aggiornati al 7 luglio) hanno restituito un quadro diverso, con un tasso di incidenza settimanale di 1320 casi per 100.000 abitanti, 380 ricoverati in area medica (tasso di occupazione 14%) e 18 in terapia intensiva (4%). L’indice Rt sintomi è 1.5, compatibile con uno scenario di tipo 3, che implica una situazione di trasmissibilità diffusa con rischi – nel medio periodo – di sovraccarico dei servizi assistenziali. Il 12 luglio, il tasso di incidenza risulta pari a 1417 casi per 100.000 abitanti.

Completano il quadro le cosiddette «reinfezioni» – le persone che ‘scoprono’ di essere positive nonostante abbiano già contratto l’infezione da Sars-Cov2 – con una percentuale passata dal 6% all’11% nell’ultima settimana di monitoraggio.

E ancora…Dati alla mano, la proporzione di persone con manifestazioni severe della malattia rimane bassa nonostante l’aumento dei contagi, grazie alle vaccinazioni che continuano ad esercitare un’ottima protezione nei confronti delle conseguenze più gravi dell’infezione. Il rischio di ricovero e decesso continua ad essere elevato nelle persone non vaccinate: i non vaccinati hanno un rischio maggiore di oltre 3 volte di essere ricoverati rispetto a chi ha ricevuto una dose booster e di oltre 7 volte di morire per Covid e il rischio aumenta con l’aumentare dell’età.

Via alla quarta dose

«Guai a pensare che la battaglia contro il Covid sia vinta, è ancora in corso e dobbiamo tenere un livello di attenzione e di prudenza» ha dichiarato il Ministro della Salute, Roberto Speranza che ha dato il via libera alla quarta dose di vaccino (o seconda dose di richiamo o second booster) per gli over 60 e per i pazienti fragili dai 12 anni in su.

Si parte, quindi, anche in Puglia per ora senza prenotazione online, servizio che sarà disponibile nei prossimi giorni come ha spiegato il direttore del Dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro.

Sul portale istituzionale della Regione (questo il link) si possono consultare le sedi vaccinali operative tra hub, punti vaccinali di popolazione (PVP) e del territorio (PVT) distinti per provincia con gli orari di apertura. Allo stesso link è disponibile l’elenco delle farmacie, divise per provincia, dove è possibile ricevere la somministrazione del vaccino anticovid.

Chi deve vaccinarsi?

La somministrazione di una seconda dose di richiamo, con vaccino a mRNA, è raccomandata:

  • a tutte le persone di età ≥ 60 anni, nei dosaggi autorizzati per la dose booster (30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty; 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax)
  • alle persone con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti (tabella allegato 2 della circolare Ministero Salute) di età ≥ 12 anni, con vaccino a mRNA ai dosaggi autorizzati per la dose booster e per età (dai 12 ai 17 anni con il solo vaccino Comirnaty al dosaggio di 30 mcg in 0,3 mL, a partire dai 18 anni con vaccino a mRNA, al dosaggio di 30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty e di 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax).

Attenzione. Devono essere passati almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo o dall’ultima infezione successiva al richiamo (data del test diagnostico positivo).

Il Covid vale come quarta dose? Ecco come comportarsi

Secondo le indicazioni di AIFA per le persone che hanno avuto il Covid (con o senza sintomi) si devono osservare le seguenti indicazioni:

  • per le persone che devono ancora iniziare il ciclo vaccinale primario possono essere vaccinate con un’unica dose di vaccino non prima dei 3 mesi dalla positività, ma preferenzialmente entro 6 mesi e comunque entro 12 mesi dalla guarigione
  • per le persone in condizione di immunodeficienza primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici, in caso di pregressa infezione da Covid, resta valida la raccomandazione di proseguire con la schedula vaccinale completa prevista

Per le persone che hanno contratto il Covid dopo la prima dose di vaccino con schedula vaccinale a due dosi, si seguono le seguenti indicazioni:

  • in caso di infezione confermata, entro il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, è indicato il completamento della schedula vaccinale con una seconda dose da effettuare entro 6 mesi (180 giorni) dalla documentata infezione (data del primo test molecolare positivo). Trascorso successivamente un intervallo minimo di almeno 5 mesi (150 giorni) dal ciclo vaccinale così completato è quindi indicata la somministrazione di una dose di richiamo (booster) ai dosaggi autorizzati per la stessa.
  • in caso di infezione confermata, oltre il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, la schedula vaccinale è da intendersi completata in quanto l’infezione stessa è da considerarsi equivalente alla somministrazione della seconda dose; l’eventuale somministrazione di una seconda dose non è comunque controindicata;

Per le persone che hanno contratto il Covid dopo un ciclo primario completo è indicata la somministrazione di una dose di richiamo (booster) purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno 4 mesi (120 giorni).

Tutto chiaro, ma non sarebbe meglio aspettare il vaccino aggiornato che, secondo le previsioni, dovrebbe essere pronto proprio per settembre?

No, secondo Sileri che ha invitato gli over 60 a farsi avanti per la nuova dose. “I vaccini attualmente disponibili sono altamente protettivi nei confronti delle forme gravi della malattia. Per chi rientra nelle fasce indicate ritardare il richiamo in attesa di vaccinarsi a settembre/ottobre è un rischio che non ha senso correre”, ha affermato .

In linea con il sottosegretario alla Salute anche Crisanti: “Il nuovo vaccino sarà comunque già vecchio perché B.a.5 è già una variante diversa dalla B.a.1 su cui è tarato il prodotto – ha detto il microbiologo – e comunque: il farmaco attuale funziona benissimo contro le complicazioni”.