Lavora per 33 anni a contatto con agenti cancerogeni e ottiene il riconoscimento della malattia professionale

Storica sentenza del Tribunale di Lecce -sezione lavoro- che ha condannato l’Inail al riconoscimento dell’inabilità per malattia professionale e al pagamento delle spese.

Chiede di essere risarcito per malattia legata alla propria attività lavorativa in campo edilizio, a contatto con pece di catrame di carbone.

Il ricorrente, assistito dall’avv. Maria Cristina Zingarello, ha, quindi, chiesto il riconoscimento della patologia “adenocarcinoma del polmone” quale malattia professionale.

Importante la pronuncia del Tribunale di Lecce, sezione lavoro, che con sentenza n. 1669/2018 del 09 maggio 2018, passata in giudicato e pertanto definitiva, ha accolto la richiesta.

Il caso

Il caso affrontato dall’avv. Zingarello riguarda un lavoratore che ha eseguito mansioni di asfaltatore e, pertanto, continuamente a contatto con agenti cancerogeni quali la pece di catrame di carbone e catrame di carbone fossile, dall’anno 1982 al 2015. Nel 2015 gli viene diagnosticata la patologia che ha colpito i polmoni.

In corso di causa è stato nominato il CTU, dott. S. Petrachi, che a seguito delle operazioni peritali svolte sul ricorrente, ha riconosciuto il nesso di causalità tra l’attività da lui svolta e la malattia denunciata, sulla base delle mansioni espletate e non contestate dall’INAIL.

Le osservazioni dell’Inail

A complicare il quadro le osservazioni mosse dall’INAIL che ha tentato di rilevare l’assenza di una specifica e definita esposizione a cancerogeni polmonari, poiché vi erano fattori di rischio individuali, essendo il ricorrente un fumatore e avendo familiarità per malattie neoplastiche. Ma il consulente ha precisato che tali circostanze non escludono il nesso causale tra patologia e attività lavorativa, potendo rappresentare una concausa.

La sentenza

Il Giudice del Lavoro, dr.ssa Luisa Santo, con la sentenza di maggio ha aderito alle conclusioni del CTU, riconoscendo il diritto del ricorrente alla costituzione di una rendita ad una percentuale di inabilità del 60% in relazione alla malattia professionale. Da qui la condanna dell’INAIL al pagamento delle prestazioni di legge.

L’orientamento giurisprudenziale del Tribunale di Lecce, sezione lavoro, si è così adeguato per la prima volta, nella propria circoscrizione territoriale, a quanto stabilito nel Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Con Decreto ministeriale, infatti, è stata disposta l’integrazione dell’elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia da parte del lavoratore.

Le liste stilate dal Ministero e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 212 del 12 settembre 2014, forniscono una dettagliata elencazione delle malattie professionali ponendole in relazione alle cause che le possono generare.



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