Sarah Scazzi: le indagini continuano. Michele Misseri ha detto tutta la verità?

I Magistrati hanno ripreso gli interrogatori, ma nonostante il fermo di Michele Misseri le indagini non sembrano dissipare i dubbi nati intorno alla brutta vicenda

Il Procuratore non si sbilancia e si limita a ripetere quanto aveva già detto il giorno del fermo di Michele Misseri, lo zio assassino "Sembrerebbe che per buona parte l'indagine sia conclusa''. Ma l'uso del condizionale non sembra casuale. Tanti sono ancora gli interrogativi a cui non si riesce a dare una risposta, sempre che ci sia. Perché in casi come questi, quando una piccola vita è stata spezzata, non si possono trovare ragioni plausibili. Ma i dubbi continuano a essere in primo piano in questa vicenda, che si sperava avesse un altro epilogo.
 
Gli inquirenti, dal canto loro, stanno cercando di riordinare tutte le tessere del mosaico che sembra lontano dall'essere completo. Soprattutto perché sullo sfondo continuano ad aleggiare incongruenze, a spuntare nuovi particolari. Ultimo in ordine di tempo è il giallo delle cuffiette del telefonino che Sarah era solita usare per ascoltare musica in Mp3. Gli auricolari che la ragazzina pare avesse nelle orecchie quando è uscita di casa, non solo non si trovano, ma non sono stati nemmeno menzionati nella lunga deposizione rilasciata da Misseri. In tanti si chiedono che fine hanno fatto e perché lo zio non ne abbia mai parlato. E poi, è per questo che il cellulare non ha squillato?

In attesa di capire, inizia una nuova giornata di interrogatori. Ieri sono stati ascoltati il padre Giacomo e il fratello Claudio della 15enne di Avetrana. Nel Palazzo di Giustizia il colloquio è durato circa due ore ma nessun particolare sembra sia stato importante. Si continua a ripetere che tutta la famiglia Scazzi non sapeva delle molestie dello zio nei confronti di Sarah. In effetti, perché Sarah era scesa nella cantina se non l'aveva mai fatto? Senza contare il fatto che, circa una settimana prima dell'omicidio e della violenza, Misseri ha ammesso di aver molestato la nipotina. Allora perché entrare in un garage di propria volontà, sola con un uomo che pochi giorni prima le ha fatto delle avances non gradite?
Intanto il difensore civico di Michele Misseri, l'avvocato Daniele Galoppa, ha depositato al gip Martino Rosati la richiesta di disporre una perizia psichiatrica per accertare la capacità di intendere e di volere del proprio assistito sia al momento del delitto sia nel corso del giudizio. "Perché – spiega il legale – Misseri nel corso di diversi interrogatori ha fornito versioni contraddittorie, assolutamente illogiche e poco credibili".

In molti hanno la sensazione che Misseri non abbia detto tutta la verità. Una delle contraddizioni su cui insiste la difesa è sulla dinamica del delitto. Dal verbale dell'interrogatorio del 7 ottobre,  Michele Misseri ha dichiarato che Sarah è scesa di sua iniziativa nel garage in cui lui si trovava quel 26 agosto, il giorno della scomparsa e del delitto. L'uomo sostiene di aver stretto la corda intorno al collo della 15enne, mentre il cellulare della nipote squillava, per un tempo di 5-6 minuti. ''Troppo tempo'' per la difesa. Poi Sarah è crollata sul pavimento priva di vita. Secondo la difesa, l'assenza del movente dell'omicidio fornita in questo interrogatorio dallo Zio, contrasta con le altre due versioni fornite successivamente dall'indagato.
 
Incongruenze anche fra le diverse testimonianze. Le dichiarazioni di Mariangela Spagnoletti sono in contrasto con quelle di Sabrina, figlia di Michele. Le parole di Misseri, interrogato per tre volte dagli inquirenti, si contraddicono da sole avendo fornito tre versioni differenti.

Insomma tante versioni e nessuna coincidente con l'altra. In fondo, sono i dettagli ad aver sempre fatto la differenza e su di essi, ora, si concentra l'attenzione degli investigatori. A destare maggiori sospetti è il fatto che la deposizione di Sabrina Misseri è del tutto incoerente con quella del padre. Secondo Michele Misseri, il telefonino di Sarah Scazzi avrebbe squillato durante il delitto, mentre lui stava stringendo la corda intorno al collo della nipote. Per questo il cellulare le sarebbe caduto dalla mano e si sarebbe aperto a terra, facendo fuoriuscire la batteria. Secondo Sabrina Misseri, alle 14.42 lei era in macchina con l'amica Mariangela e non vedendo arrivare la cugina, Sabrina avrebbe telefonato alla vittima. Molti squilli, sette forse. Poi la segreteria telefonica. Ma a quell'ora il delitto doveva essersi già consumato e quindi il telefonino doveva essere spento.

Ma al di là delle tante ipotesi che si possono avanzare resta il dolore per una vicenda che ha lasciato tutti, attaccati davanti alla tv, emozionati, perché Sarah era diventata una di noi. Sgomenti di fronte ad una verità che si è rivelata diversa da quella ipotizzata. In quanti infatti, durante i giorni della scomparsa avevano cercato di cogliere la propria versione dei fatti anche tra il volto impassibile, sempre gentile con tutti, ma troppo freddo di Concetta Serrano, che ha vissuto il calvario della scomparsa di una figlia con contegno, senza mostrare un segno di cedimento, almeno fino a quando, che ormai non c'era più nessuna speranza.



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