Da un lato c’è Nonciclopedia, dall’altro la famiglia di Sarah Scazzi. L’uno contro l’altro. Già in passato l’enciclopedia satirica più irriverente del web era finita al centro dei riflettori mediatici per alcune battute poco “simpatiche” che avevano scatenato l’ira e la rabbia non solo dei diretti interessati. Era accaduto con Vasco Rossi, si era ripetuto poco dopo con Marco Simoncelli quando sul sito vennero pubblicate alcune frasi che ironizzano sulla morte del motociclista, scomparso tragicamente in un incidente durante la gara del Gp di Sepang, in Malesia. «Ennesima caduta per Marco Simoncelli. Ma ha promesso che questa è l'ultima» questa la frase incriminata che sdegnò il popolo social.
Come in una soap a puntate, anche nel contesto 2.0, si alternano “notizie” che dividono, fanno discutere e tengono con il fiato sospeso i lettori. Ma quando indignano ed offendono la memoria di chi non c’è più la storia cambia. Ma facciamo un passo indietro: questa volta nel mirino della versione/parodia Wikipedia è finita Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa il 26 agosto del 2010 e poi ritrovata in un pozzo in contrada Mosca.
A segnalare il contenuto ritenuto offensivo della pagina web è la stessa famiglia della ragazzina che ha voluto affidare ad una nota stampa tutta l’amarezza per l’ennesimo schiaffo alla memoria della piccola, vittima ancora una volta delle “speculazioni” fatte sulla sua memoria. Pensavamo di aver visto tutto dopo che una donna aveva utilizzato le foto di Sarah per aprire un profilo su Badoo ed invece «al peggio – come si suol dire – non c’è mai fine». Perché l’insulto al suo ricordo, in questo caso, va ben oltre il "buon senso" o meglio il "cattivo gusto".
Mamma Concetta, che sempre si è battuta per conoscere la verità ha fatto sapere che chiederà, per via giudiziaria, la rimozione immediata della pagina web che avrebbe dovuto, almeno nelle intenzioni ricostruire in chiave sarcastica la tragedia. «La nostra famiglia – si legge nella nota- ancora una volta, è costretta a subire ingiustificate offese alla memoria di Sarah da parte del sito web denominato Nonciclopedia. Dobbiamo sopportare l’ennesimo attacco da parte di chi utilizza internet con la pretesa e l’arroganza di presentare come satira quel che è, e rimane, solo ed esclusivamente un insulto gratuito, fatto di espressioni ingiuriose ed immagini deplorevoli. Espressioni ed immagini che, si ripete, non possono certamente ritenersi manifestazione del diritto di satira. Episodi del genere, intollerabili, specie se ripetuti e continuati nel tempo non fanno che rinnovare un dolore mai sopito ed infangare ulteriormente il ricordo di Sarah. Abbiamo deciso, – conclude la nota – a questo punto di intraprendere tutte le necessarie ed opportune iniziative giudiziarie interessando le competenti Autorità finalizzate a porre fine a questa ennesima e gratuita mortificazione del nostro dramma, anche attraverso la rimozione della pagina incriminata».
Ed in effetti. La ragazza soprannominata «Samarah Scazzi» viene descritta come «campionessa italiana di nascondino». Ma sono tante le frasi che potrebbero indignare. Non ti basta? C’è anche Yara Gambirasio.
Va bene la libertà di opinione ed espressione, ma deve esserci un limite. Deve esserci.