Crac finanziario di due società, il noto imprenditore Antonio Scarlino finisce sotto processo

Il gup Giovanni Gallo, al termine dell’udienza preliminare, ha anche rinviato a giudizio un avvocato per l’ipotesi di reato di “mendacio e falso interno”.

Finisce sotto processo il noto imprenditore Antonio Scarlino per il crac finanziario di due società. Al termine dell’udienza preliminare, il gup Giovanni Gallo ha rinviato a giudizio il 49enne di Taurisano. Dovrà presentarsi, nel mese di marzo del 2021, dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale.

L’imprenditore deve difendersi dall’accusa di bancarotta fraudolenta. Scarlino risponde anche dell’ipotesi di reato di “mendacio e falso interno”, in concorso con l’avvocato Luigi Mario Provenzano, 56 anni di Matino, anche lui rinviato a giudizio.

Scarlino è difeso dall’avvocato Andrea Sambati. Provenzano è assistito dall’avvocato Ivana Quarta. Il collegio difensivo potrà dimostrare l’estraneità alle accuse nel corso del dibattimento.

Il primo episodio contestato ad Antonio Scarlino, in qualità di amministratore unico, riguarda la “Diciotto s.r.l.” in liquidazione, dichiarata fallita nel dicembre del 2017. Si trattava di un’azienda con sede legale prima a Taurisano e poi a Maglie, specializzata nell’acquisto e nella gestione di supermercati, bar, ristoranti, destinati alla vendita di prodotti di salumeria. Tali “articoli” venivano acquistati dalla Wommy s.r.l., anch’essa fallita.

Secondo il pm Donatina Buffelli, l’imprenditore avrebbe “distratto”, in riferimento all’anno d’imposta 2015, una serie di beni per un valore complessivo di 1.672.936,31 euro.

Il secondo episodio di bancarotta riguarda, invece, la suddetta Wommy s.r.l., specializzata nel commercio all’ingrosso di salumi, formaggi e carni. Anche in questo caso, secondo l’accusa, Antonio Scarlino avrebbe distratto beni, per un valore complessivo di 1.844.448 euro.

Secondo la Procura, tra i mesi di aprile e giugno del 2017, Antonio Scarlino avrebbe inoltre fornito dolosamente dei documenti falsi (fatture e contratti) ad una nota banca, in merito alla situazione economica sia della Diciotto che della Wommy.

Scarlino, per mettere in atto tali operazioni, si sarebbe avvalso dell’aiuto dell’avvocato Provenzano che risponde dello stesso reato di “mendacio e falso interno”. In realtà, specifica la Procura, il piano non si sarebbe mai concretizzato.



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