Catturato a Marittima dopo la lunga latitanza, scatta il sequestro dei beni per il “Re degli assalti ai portavalori”

Giuseppe Magno, 55enne di Andria è stato catturato ad aprile 2020 nella cittadina del Salento. circa 80 milioni di euro il valore delle proprietà poste sotto sequestro.

Era stato catturato a Marittima in provincia di Lecce il 18 aprile 2020, grazie a un’attività dei Carabinieri del Comado provinciale di Bari, con l’ausilio dei colleghi di quello di Lecce, dopo una latitanza durata sedici lunghi mesi. Adesso, mentre ancora è in corso il processo di primo grado, è stato posto sotto sequestro l’intero patrimonio immobiliare e finanziario del pluripregidicato Giuseppe Magno, anche noto come il “re” degli assalti a portavalori.

Nella mattina di oggi, infatti, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del capoluogo pugliese hanno dato esecuzione a un decreto emanato dall’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari, nella persona del Presidente Giulia Romanazzi e dei componenti del collegio, Giuseppe Battista e Alessandra Susca, giudice relatore, su proposta della Procura della Repubblica di Trani, con il quale è stato disposto il sequestro di beni e disponibilità finanziare per un valore di circa ottanta milioni di euro.

Era infatti questo l’immenso capitale – suddiviso in beni immobili, compendi aziendali, beni di lusso e conti correnti vari – accumulato dall’uomo (attualmente detenuto presso il carcere di Trani) grazie alla sua lunga e fruttuosa, carriera criminale.

Ma un tale ricchezza non è passata inosservata e così la Procura della Repubblica di Trani, la stessa che aveva condotto le indagini conclusesi con l’arresto del criminale andriese, ha delegato la Sezione specializzata in Misure di Prevenzione del Comando Provinciale di Bari, che ha passato al setaccio tutti gli acquisti, le costituzioni aziendali e le movimentazioni finanziarie che Magno e la sua famiglia avevano compiuto nell’ultimo trentennio. L’attività investigativa ha evidenziato non soltanto l’elevata pericolosità sociale, ma anche la provenienza illecita dei capitali attraverso i quali il 55enne, pregiudicato, era riuscito a costituire il suo “impero”.

La complessità delle indagini, derivante soprattutto dall’avvenuta commistione tra fonti illecite e guadagni leciti, non ha scoraggiato il Tribunale di Bari, la Procura di Trani e i Carabinieri di Bari che, a poco più di un anno dalla cattura del pericoloso criminale, sono riusciti a sottrarre alla disponibilità dello stesso un capitale contaminato poiché frutto di reati spesso efferati.

La “carriera criminale” di Magno”

La carriera criminale del malvivente è nota: il primo arresto, per furto di auto, risale al 1988; e da quel momento una escalation criminale – costellata da furti, ricettazioni, rapine, reati in materia di armi ed assalti portavalori – culminata con il tentato omicidio di una guardia giurata durante un fallito assalto a bancomat. Poi la latitanza e l’arresto dell’aprile 2020.

I beni sequestrati

Al 55enne, andriese e alla sua famiglia sono stati sequestrati, 119 terreni agricoli, per un’estensione totale di oltre 530 ettari, 3 aziende agricole, 6 autovetture, tra cui una Porsche Panamera, disponibilità finanziarie varie e ben 29 immobili, tra i quali sia l’immenso autoparco di Via Canosa 400 sia il cosiddetto “Castello”, l’abitazione residenziale, che da sola ha un valore stimato di circa tre milioni di euro.

Per ogni singolo cespite sequestrato l’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari ha proceduto ad una analitica ricostruzione della genesi finanziaria, dimostrando come, di fatto, l’intero patrimonio sia stato costruito grazie ai proventi illeciti delle azioni criminali portate avanti per oltre trenta anni da Giuseppe Magno che, alle prime ore di questa mattina, ha ricevuto in carcere la notifica del provvedimento di sequestro.



In questo articolo: