Il clan Coluccia continua a dettare legge a Galatina. Lo fa fin dagli anni settanta, quando Pasquale insieme ai figli diventarono un punto di riferimento della criminalità organizzata salentina. Nato come gruppo a forte connotazione familiare, che “terrorizzava” la piccola frazione di Noha a suon di furti di bestiame e rapine, il gruppo è riuscito, con il tempo, a superare i confini locali anche estendendo i suoi tentacoli al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Un episodio, in particolare, dimostra le cospicue capacità economico-finanziarie del clan indice del fatto che le attività criminali erano proficue. Nel 1992, in una masseria di famiglia, gli uomini in divisa trovarono nascosti tre miliardi di lire in contanti. Una cifra enorme per l’epica.
Una premessa necessaria per capire il contesto e il ruolo di Luciano Coluccia e Pasquale Danilo, padre e figlio arrestati nell’ambito dell’operazione denominata “Off Side”. Incensurati per la giustizia, avrebbero portato avanti la tradizione di “famiglia” tant’è che ora sono accusati di associazione di stampo mafioso. Ma non è l’unico reato da cui dovranno difendersi, visti i tanti “tentacoli” del clan che spaziano dal calcio al cimitero.
Il”regno” di Luciano Coluccia
Papà e figlio avevano manifestato il loro interesse anche per le gare di appalto bandite dal Comune di Galatina relative alla gestione dei servizi cimiteriali, delle aree di parcheggio pubbliche e persino dei servizi di fornitura di latticini freschi alle scuole del territorio.
Coluccia senior ricopriva, infatti, il ruolo di custode del camposanto, curava le tumulazioni aiutato dal figlio Pasquale, destinato a prendere il posto del papà quando avrebbe raggiunto la pensione anche “utilizzando le maniere forti per far desistere le altre persone a partecipare alla gara di appalto” come si legge in un’intercettazione.
Danilo: «Noi siamo già lì dentro…c’è mio padre di mezzo però adesso che se ne va in pensione, mio padre esce e devo stare attento ad entrare… però devi vincere la gara che ci sono altri che stanno partecipando … che questi non sanno che dietro…(incomprensibile). Vado a casa, gli suono e gli dico mettiti da parte…»
Altre intercettazioni dimostrano che il controllo dei servizi cimiteriali era rimasto in mano a Luciano anche dopo il suo pensionamento.
«Significativa è la relazione tra Luciano e Danilo Pasquale Coluccia con l’Amministrazione Comunale di Galatina. Avvalendosi della propria forza di intimidazione – si legge nelle ‘conclusioni’ dell’ordinanza a firma del Gip, Giovanni Gallo – riescono a sostituirsi, in più di un’occasione, nell’amministrazione della cosa pubblica considerando la stessa e comunque facendola apparire come cosa propria. È così per la vicenda relativa alla gestione del cimitero di Galatina, una sorta di regno di Luciano Coluccia, che dello stesso prima era stato formalmente solo il custode, ma in concreto il vero gestore di tutte le attività e poi continuava a detenere tale ruolo, nonostante il sopraggiungere della pensione…. »
Capitolo parcheggi
Due conversazioni tra padre e figlio (una il 2 gennaio 2016, l’altra il 5 gennaio 2016) hanno svelato l’interesse dei due Coluccia ad acquisire la gestione dei parcheggi pubblici a pagamento nel territorio del Comune di Galatina. In realtà, Luciano era propenso più che ad una partecipazione diretta alla gara per la concessione del servizio ad “avvicinare” l’azienda che sarebbe risultata vincitrice «no, non mi interessano a me questi caz…(incomprensibile), non mi interessano proprio. Vediamo se partecipano questi e poi si parla e si dice “vedi che qua”…»
«Quanto sopra descritto – scrive il Gip, Giovanni Gallo – offre un ulteriore spaccato delle modalità operative del Coluccia e degli interessi imprenditoriali a largo raggio che lo stesso intende avere a Galatina. Non emergono, comunque, dalle indagini elementi sufficienti per poter affermare che i Coluccia abbiano effettivamente influenzato l’assegnazione di appalti del Comune di Galatina o altre scelte amministrative di tale ente».