Sfruttava braccianti stranieri per la raccolta di angurie? Imprenditore torna in libertà

Il gip Cinzia Vergine ha disposto la sostituzione della misura cautelare con quella interdittiva della sospensione dall’attività lavorativa.

Il giudice revoca i domiciliari, ma convalida l’arresto dell’imprenditore neretino accusato di avere sottoposto braccianti stranieri a condizioni di sfruttamento nei campi di raccolta delle angurie.

Il gip Cinzia Vergine ha disposto per L.A., 37enne di Nardò, la sostituzione della misura cautelare con quella interdittiva della sospensione dall’attività lavorativa. Inoltre, ha convalidato il sequestro preventivo della masseria dove dormivano i braccianti.

La decisione è giunta dopo l’udienza di ieri, nel corso della quale l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere. L.A. è assistito dagli avvocati Francesco a Galluccio Mezio ed Anna Sabato. I due legali hanno depositato anche una corposa memoria difensiva.

L’arresto

L’imprenditore è stato arrestato nella giornata di giovedì a Nardò dai Carabinieri della Compagnia di Gallipoli che hanno condotto le indagini assieme agli uomini dello SPESAL.

L.A., incensurato, è presidente del Consiglio di Amministrazione di unazienda agricola del luogo, che si occupa, per lappunto, dellimpianto, cura e raccolta orticola. Risponde dell’ipotesi di reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Il datore di lavoro, secondo l’accusa, assumeva e impiegava 5 braccianti agricoli di nazionalità tunisina, con regolare permesso di soggiorno, approfittando del loro stato di bisogno, sottoponendoli a condizioni di lavoro che rientrano nelle condizioni di sfruttamento previste dalla normativa.

Nel dettaglio i militari avrebbero accertato che gli operai prestavano ininterrottamente attività lavorativa per la raccolta angurie su alcuni fondi agricoli di Nardò dal 17.06.2019 al 02.07.2019, per 10 ore lavorative giornaliere, con una retribuzione per tariffa a cottimo (euro 1,40 per quintale angurie raccolte), dunque in violazione dei contratti collettivi nazionali e territoriali.

I Carabinieri hanno accertato anche il mancato rispetto delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro.



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