Sigilli al Bar Molo di San Cataldo, avvisi di garanzia anche a Palazzo Carafa

Abuso d’ufficio, deturpamento di bellezze naturali, falso ed abusi edilizi sono le ipotesi di reato di cui sono chiamati a rispondere i sei indagati, tra cui quattro nomi tra dirigenti ed ex dirigenti di Palazzo Carafa.

Il chiosco-bar “Il Molo” che si affaccia sul lungomare di San Cataldo è finito sotto sequestro. Sei, invece, gli indagati – tra cui quattro nomi tra dirigenti ed ex dirigenti di Palazzo Carafa – chiamati a rispondere delle ipotesi di reato di abuso d’ufficio, deturpamento di bellezze naturali, falso ed abusi edilizi.

Si tratta di Rossana Capoccia, 38enne di Lecce, legale rappresentante della società L.F., proprietaria del chiosco e committente dei lavori. Gianfranco Cozza, 42 anni di Surbo, tecnico progettista della L.F..

E ancora: Antonietta Greco, 65 anni, dirigente comunale del settore Urbanistico a Lecce. Giancarlo Pantaleo, 63 anni di Monteroni, responsabile dell’ufficio comunale Demanio. Daniele Buscicchio, 61 anni responsabile comunale dell’ufficio Paesaggio. L’architetto Luigi Maniglio, 68 anni di Lecce, in qualità di dirigente del settore Urbanistica e Caterina Delle Canne, 59 anni di Lecce, amministratrice della Idea Line.

I militari della Guardia costiera hanno dato attuazione al decreto di sequestro preventivo del Giudice per le indagini preliminari, Vincenzo Brancato.

Le violazioni contestate

Non poche le violazioni contestate per la gestione e realizzazione della struttura che insiste vicino al Lido Salapia, già al centro di questioni giudiziarie. L’inchiesta ha messo la lente sulle carte per consentire la gestione del chiosco ad oggi sequestrato.

Risulterebbe, poi, che la licenza di concessione demaniale risalente all’aprile 2017 non avrebbe tenuto in alcun conto che l’area rientra nel Piano regionale delle coste (Prc) e vieta il rilascio di qualsivoglia concessioni per tre anni successivi all’approvazione definitiva.

A questo si aggiungerebbero anche criteri di costruzione invasivi, nonostante il parere contrario della Soprintendenza e la nota comunale emessa per scadenza del termine per la realizzazione di opere temporanee.



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