Spari verso auto, con donna incinta e figlioletti a bordo: il giudice dispone l’ascolto di tre testimoni

Nella prossima udienza saranno ascoltati i tre carabinieri che hanno condotto le indagini e saranno visionati anche le immagini del sistema di video-sorveglianza, nei pressi del bar dove avvenne il pestaggio.

Spararono contro l'auto di un presunto ladro, con a bordo la moglie incinta e i due figlioletti di 3 e 5 anni? Il gup Alcide Maritati ha emesso un'ordinanza con cui dispone l'esame testimoniale di tre carabinieri che hanno condotto le indagini. Non solo, anche la visione delle immagini del sistema di videosorveglianza, nei pressi del bar dove avvenne il pestaggio. L'udienza è stata fissata per il 18 aprile, ma per la sentenza sarà presumibilmente stabilità un'ulteriore data.
  
Nella scorsa udienza, invece, il pubblico ministero Maria Vallefuoco, al termine della requisitoria, aveva invocato dodici anni per Paolo Gaudadiello,  28enne e per Alessio Fortunato, 33enne, entrambi di Squinzano; dieci anni per Massimiliano La Salvia, 26enne, di San Pietro Vernotico. Chiesta l'assoluzione per Danilo Ragione, 28 anni, di San Pietro Vernotico, difeso dall'avvocato Ladislao Massari. Rispondono di tentato omicidio aggravato e porto illegale di arma da fuoco. Fortunato e Guadadiello sono assistiti rispettivamente dagli avvocati Stefano Prontera e Ladislao Massari.
  
I fatti risalgono alla notte tra il 13 e il 14 maggio 2014, quando quattro soggetti (vi sarebbero anche altre tre persone, una delle quali nel frattempo deceduta) convocarono con una scusa, presso un bar di Squinzano, un pregiudicato originario di Manduria. Erano "infastiditi" per un furto avvenuto il giorno prima, ai danni di un uomo molto vicino al gruppo. A.R. giunse all'appuntamento a bordo della sua auto, assieme ai figli piccoli di 3 e 5 anni ed alla compagna incinta. Fu picchiato con pugni e calci, ma la donna intervenne alla guida della macchina, investendo uno degli aggressori.
  
Quindi, "passò" al compagno una pistola (che presto si rivelerà finta) e questi si lanciò alla caccia dei suoi assalitori: Guadadiello riuscì a fuggire, mentre Fortunato si nascose dietro il bancone del bar e gli venne anche puntata la pistola in faccia. Il pregiudicato di Manduria successivamente, salì  sulla vettura e si dileguò. Dopo alcuni minuti, il gruppo di aggressori a bordo di due differenti automobili, si diresse sulla strada che da Squinzano porta a Torchiarolo, luogo di residenza di A.R.. Pochi minuti dopo nacque un inseguimento e iniziarono a piovere proiettili: almeno quattro che, per fortuna non colpirono i bambini che dormivano nella parte posteriore. Un proiettile, tuttavia, ferì alla spalla la compagna albanese E.B. A quel punto la fuga degli aggressori.
  
A.R. non ebbe altra scelta se non quella di recarsi presso l'ospedale 'Perrino' di Brindisi. La donna fu operata d’urgenza, per non pregiudicare la gravidanza. L'uomo  fu sottoposto ad un lungo interrogatorio da parte dei Carabinieri, dando però una versione dei fatti contraddittoria. Solo dopo alcune intercettazioni anche in ospedale e analisi telefoniche, si riuscì a ricostruire la dinamica dei fatti.
  
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, in collaborazione con i colleghi del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Lecce.



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