Il messaggio, anzi la foto di un topo impiccato, ricevuta sul numero Whatsapp di una dirigente della Cgil di Lecce, lascia poco spazio a interpretazioni. La destinataria della macabra immagine è nota per il suo impegno nella lotta al caporalato e allo sfruttamento nelle campagne dell'area di Nardò che l’ha vista in prima linea negli ultimi anni. La notizia, riportata dal Corriere del Mezzogiorno, ha suscitato indignazione e ha spinto l’intero sindacato a schierarsi accanto alla sua compagna come si legge in una nota a firma di Valentina Fragassi, segretaria generale di Cgil Lecce che non esita a esprimere piena solidarietà e vicinanza.
«Ribadiamo che nessun vile tentativo di intimidazione o minaccia può far arretrare la nostra attività sindacale – aggiunge Fragrassi – Da tempo abbiamo intrapreso, nel nostro territorio, una lotta in luoghi di lavoro governati da un sistema diffuso di illegalità e sfruttamento; siamo coscienti che il nostro intervento stia seriamente infastidendo chi lucra sulla pelle di lavoratori e lavoratrici deboli e ricattabili».
«Una consapevolezza – aggiunge – che ci convince ad andare avanti con sempre più determinazione. La strada per i diritti non è mai stata facile, ma non faremo un passo indietro».
Non sarebbe nemmeno la prima volta. In passato, la sindacalista – il cui nome resta segreto – avrebbe ricevuto minacce simili, ma l’episodio di questi giorni è ancor più inquietante perché la dirigente ora si occupa di un’altra categoria di lavoratori.
Dopo l’incontro con il Prefetto, avvenuto in mattinata, l’accaduto sarà formalizzato nero su bianco in una denuncia contro ignoti presso la questura di Lecce. La sindacalista sarà accompagnata personalmente dalla segretaria generale della Cgil di Lecce. «La strada per i diritti – conclude Valentina Fragassi – non è mai stata facile, ma non faremo un passo indietro».
Insomma. dopo i disordini nel Foggiano, il tema del caporalato torna di nuovo ad occupare le prime pagine dei giornali.
