
Si conclude con la condanna il processo a carico di un agente di polizia penitenziaria accusato di minacce ed ingiurie verso l’ex moglie.
Il giudice Elena Coppola, nelle scorse ore, ha inflitto 6 mesi di reclusione (sospensione della pena subordinata al risarcimento) con le attenuanti generiche, nei confronti di un 53enne, originario di un paese della Grecìa Salentina, accusato di stalking.
L’imputato, difeso dall’avvocato Diego Cisternino, potrà fare ricorso in Appello.
Inoltre, il 53enne è stato condannato al risarcimento del danno di 3mila euro in favore della ex moglie che si era costituita parte civile con l’avvocato Francesco Vergine.
I fatti contestati in questo processo si sarebbero verificati tra agosto del 2014 e marzo del 2015, dopo la separazione tra i due.
L’uomo l’avrebbe apostrofata con frasi del tipo “sei una madre snaturata e una morta di fame”. E poi venivano contestati appostamenti in auto nei pressi della nuova abitazione della donna.
Nel 2020, l’agente di polizia penitenziaria ha patteggiato a 1 anno e 4 mesi ( pena sospesa) davanti al gup. E in seguito è stato assolto da un altro giudice, con rito abbreviato, poiché gli venivano contestati gli stessi fatti, avvenuti tra il 2017 ed il 2019.
Nel settembre di quattro anni fa, egli venne arrestato e condotto ai domiciliari, dopo l’ordinanza di misura cautelare del gip Giovanni Gallo. Il giudice dispose anche il sequestro dell’arma. La misura è stata poi alleggerita dal Riesame e infine revocata da un altro giudice.