Avrebbe, secondo l'accusa, importunato tre bariste ed un'infermiera del carcere, ma i giudici hanno, invece, ritenuto innocente un agente penitenziario di Martano.
Il giudice Annalisa De Benedictis della seconda sezione monocratica ha assolto "perché il fatto non sussiste" il 49enne M. S. di Martano. L’uomo rispondeva dell'ipotesi di reato di atti persecutori, con l'aggravante di averli compiuti sul posto di lavoro.
Il vpo d'udienza ha invocato una pena di 10 mesi. Invece, il difensore dell'imputato, l'avvocato Carlo Caracuta, ha chiesto l'assoluzione, accolta in seguito dal giudice.
L'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giuseppe Capoccia e condotta dagli uomini della polizia giudiziaria, fu messa in moto dalle autonome denunce delle presunte quattro vittime di stalking. Esse furono prima depositate presso la stessa Casa Circondariale e poi inoltrate agli uffici della Procura.
Tre banconiste del bar del carceredi Borgo San Nicola ed un'infermiera in servizio presso la stessa struttura, raccontarono in seguito ogni particolare agli inquirenti. I continui apprezzamenti nei loro confronti e le insistenti richieste di appuntamenti, da parte dell'agente penitenziario M.S. Non solo, anche bigliettini amorosi, seppur in forma anonima riconducibili a lui. Due delle tre banconiste e l'infermiera si sono costituite parte civile con l'avvocato Patrizia Giammarruco.
Durante il processo, sono stati ascoltati numerosi testi sia dell'accusa che della difesa. Anche le ragazze hanno deposto in aula confermando ogni accusa. Nell'ultima udienza è stata anche ascoltata una collega di M.S. che ha sottolineato che il 49enne di Martano si comportava normalmente con le bariste, quando i due prendevano assieme il caffè.
Nessun comportamento insistente né "fastidioso" durante le pause al bar. Oggi, invece, è stato ascoltato un medico in servizio presso il carcere, il quale non ha confermato, affermando di non ricordare nulla, i presunti atti persecutori nei confronti dell'infermiera.
