Tangenti per gestione dei rifiuti? Prosciolti Silvano Macculi ed altri sette imputati

La vicenda vedeva il coinvolgimento di politici locali, sindacalisti e personaggi legati alla Sacra Corona Unita. Nell’inchiesta si faceva riferimento ad appalti ed assegnazioni d’incarichi risalenti al periodo compreso fra il 2007 ed il 2009.

raccolta-differenziata

Si conclude con un colpo di scena, dopo numerosi rinvii, l’udienza preliminare sulle presunte tangenti per ottenere gli appalti nella gestione dei rifiuti.

Il gup Vincenzo Brancato ha prosciolto dall’accusa “perché il fatto non sussiste“, gli otto imputati. Il giudice ha disposto il termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni.

Nessun processo, dunque, a carico di: Silvano Macculi, 51 anni di Botrugno, nelle vesti di presidente dell’Ato Le/2 (Ambito territoriale ottimale); il dirigente di Palazzo Carafa del settore Ambiente, Fernando Bonocuore, 52 anni di Lecce, responsabile unico del procedimento delle gare d’appalto dell’Aro 4 e dell’Aro 6 (ambiti di raccolta ottimale); Anna Maria Bonocuore, 43 anni, di Lecce; il sindacalista Valerio Contaldo, 62 anni di Galatina; il funzionario della Provincia Giorgio Rausa, 65 anni di Poggiardo; Giovanni Biasco, 61 anni di Botrugno; Riccardo Bandello, 47 anni di Otranto; Emanuele Borgia 53 anni di Maglie, Dec dell’Ato Lecce 2.

Le accuse

Rispondevano in concorso, a vario titolo ed in diversa misura, dei reati continuati di: concussione “tentata”o “consumata”, estorsione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Il collegio difensivo

Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Mario Rossi, Luigi Corvaglia, Salvatore Corrado, Riccardo Giannuzzi, Francesco Paolo Sisto, Luigi Rella, Viviana Labbruzzo, Luigi Covella, Giuseppe e Michele Bonsegna, Giuseppe Erriquez, Angelo Vantaggiato.

Invece, il responsabile tecnico di Ato Lecce 2, Luana Greco, 48 anni di Tricase ha chiesto ed ottenuto di essere giudicata con il rito abbreviato. È assistita dagli avvocati Riccardo Giannuzzi e Alessandro Distante.

Ricordiamo che in una precedente udienza, il “grande accusatore” si è costituito parte civile. Il gup Vincenzo Brancato ha accolto la richiesta di Gianluigi Rosafio e della moglie Luce Tiziana Scarlino, assistiti dagli avvocati Federica Sambati e Paolo Pepe.

Costituzione di parte civile anche per Silvano Calogiuri ex Presidente della cooperativa Supernova, difeso dall’avvocato Giovanni Castoro e Antonio Roberto Greco assistito da Paola Scialpi.

L’inchiesta

La vicenda vedeva il coinvolgimento di politici locali, sindacalisti e alcuni personaggi legati alla Sacra Corona Unita.

Nell’inchiesta coordinata dai pubblici ministeri Antonio De Donno ed Alessio Coccioli e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Leccesi si faceva riferimento ad appalti ed assegnazioni d’incarichi risalenti al periodo compreso fra il 2007 ed il 2009.

Riguardo la “posizione” di Macculi, venivano contestate anzitutto “mazzette” da un milione di euro. L’ex sindaco di Botrugno si sarebbe fatto consegnare, secondo l’accusa, prima della gara di appalto del 16 ottobre del 2007 per l’assegnazione dei rifiuti dell’Aro 4 e dell’Aro 6, tale somma da “Lombardi Ecologica” e da Cns Supernova Società Cooperativa, riunite nell’Ati e da Gianluigi Rosafio, interessato al subappalto. Il primo versamento è di 335mila euro. Rosafio avrebbe girato 300 mila euro alla Lombardi Ecologica, (che, a sua volta, l’avrebbe in più tranche girati a Macculi, tra il 2009 ed il 2012), mentre i restanti 35mila sarebbero stati consegnati dalla moglie di Rosafio tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011.

Macculi, secondo l’accusa, avrebbe costretto Rosafio ad affidare la manutenzione del verde pubblico ad una società cooperativa a lui riconducibile, versando la somma di 300mila euro per la sottoscrizione del contratto. Invece, altri 440mila euro sarebbero stati “sborsati” dall’ATI formata da Ecotecnica, Bianco e Muccio. I restanti 220 mila euro, invece, sarebbero stati sempre a carico della Lombardi. Vi è poi la richiesta di assunzione per 23 operai.

Macculi, assieme a Bandello e Biasco, avrebbe fatto pressioni su Rosafio, per l’assunzione attraverso la minaccia dell’applicazione di “penali” arbitrarie sul canone di pagamento del servizio. Non solo, anche regali natalizi, consistenti in costosi orologi e gioielli per il valore di 8mila euro e la sponsorizzazione di squadre dilettantistiche di calcio e volley.

Fernando Bonocuore, in concorso con Anna Maria Bonocuore, avrebbe preteso 10mila euro da Rosafio, per sbloccare un pagamento alla Lombardi Ecologica del canone del 2009 di quasi un milione e 200mila euro. Inoltre, lo stesso indagato avrebbe favorito insieme a Macculi l’affidamento alla società Bit (ritenuta a lui riconducibile) di un subappalto, che le avrebbe garantito entrate annue di circa 160mila euro per nove anni.



In questo articolo: