
Condanna a 5 anni di reclusione con il rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo), per Biagio Manni, 57enne di Melissano, per estorsione e tentata estorsione, aggravate dal metodo mafioso, ai danni di commercianti, imprenditori e del sindaco. L’uomo, per questi episodi, è in carcere da dicembre scorso. Il giudice ha riconosciuto “l’ipotesi lieve”, ed ha assolto l’imputato per un episodio relativo all’estorsione da 50 euro a un commerciante.
Il verdetto è stato emesso oggi dal gup Marcello Rizzo. L’imputato è difeso dagli avvocati Silvio e Giorgio Caroli che potranno fare ricorso in Appello. L’imputato ha rilasciato dichiarazioni spontanee durante l’udienza, sostenendo che la richiesta di denaro era legata ad una domanda di sussidio comunale.
Il pm Maria Vallefuoco aveva invocato la condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione.
Il sindaco non si è costituito parte civile, poiché in base a recenti pronunciamenti della Cassazione, per questo tipo di procedimenti, l’atto sarebbe ritenuto inammissibile. Anche le altre persone offese, ma per ragioni differenti, non si sono costituite parte civile.
L’inchiesta prese il via dalla denuncia del “primo cittadino” di Melissano, Alessandro Conte, che dopo aver ricevuto da Manni la richiesta di consegnare 500 euro per le famiglie dei carcerati, si rivolse, nel luglio del 2024, alle forze dell’ordine.
I Carabinieri del Comando provinciale di Lecce, insieme ai colleghi della Compagnia di Casarano, dopo una serie di accertamenti investigativi, arrestarono nel dicembre scorso, il pregiudicato. Biagio Manni, 57enne di Melissano, mentre si trovava a passeggio per il paese.
L’ordinanza di custodia cautelare venne emessa dal gip Maria Francesca Mariano, su richiesta del pm Maria Vallefuoco.
In base a quanto riferito dal sindaco ai carabinieri, mentre si trovava con altre persone in un bar del paese, venne avvicinato da un pregiudicato che nell’imminenza di una sagra organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Comune, gli aveva chiesto 500 euro come “regalo” per lui e per le famiglie di detenuti in carcere. E Manni rivelò anche l’intenzione di voler acquisire, tramite l’imposizione del “pizzo”, il controllo degli eventi culturali organizzati da amministrazione comunale e associazioni del luogo, compresa la festa patronale.
Il sindaco non esitò a denunciare le richieste estorsive ai carabinieri.
L’indagine portò alla luce una serie di estorsioni ai commercianti del posto, con la pretesa di somme di denaro tra i 20 ed i 100 euro.
In altri casi, Biagio Manni pretendeva biglietti omaggio per le varie manifestazioni cittadine, inoltre si presentava più volte al giorno nei bar e negozi del paese per consumare bevande o fare acquisti senza avere soldi per pagare il conto.
E nel settembre dello scorso anno, il 57enne si presentò da una delle vittime per chiedere il “pizzo” di cento euro, con l’avvertimento che quei soldi servivano per mantenere ventuno detenuti in carcere.
Manni non sapeva, però, che i carabinieri stavano registrando le fasi dell’incontro, acquisendo le immagini, grazie alle telecamere di videosorveglianza installate nel negozio.