Tentato omicidio alle Vele: s’indaga negli ambienti della droga. Prognosi di 30 giorni per la vittima

Non si sarebbe dunque trattato di un avvertimento ma di un’esecuzione mancata, presumibilmente di stampo mafioso.

Chi ha sparato voleva uccidere Mirko Monaco, 35enne leccese, vittima di un agguato in piena regola intorno alle 20 di ieri. Dunque, non si sarebbe trattato di un avvertimento ma di un’esecuzione mancata, presumibilmente di stampo mafioso.

Sono nove i proiettili rinvenuti sul luogo dell’agguato, anche se alcuni hanno raggiunto le auto in sosta nei pressi di piazzale Genova, nel quartiere “Le Vele”. Riguardo la dinamica dell’agguato, Monaco mentre si trovava sul pianerottolo della palazzina in cui risiede, sarebbe stato colpito alle gambe da un proiettile.

Altri colpi di pistola sarebbero stati sparati al suo indirizzo, mentre cercava di scappare in strada. Senza però raggiungerlo e finendo contro la carrozzeria delle macchine. Ed i killer (forse due) sarebbero scappati via con l’auto. Successivamente, dopo aver chiesto aiuto, è stato  condotto in ospedale da un’automobilista.

L’uomo, che presenta delle ferite da arma da fuoco alla gamba ed al piede, non è in pericolo di vita ed è già stato dimesso dall’ospedale “Vito Fazzi”. Non solo, poiché gli inquirenti lo hanno già ascoltato sull’accaduto, ma senza ricavare elementi utili alle indagini.

Gli inquirenti indagano per tentato omicidio, ma al momento non ci sono indagati. Un aiuto alle indagini potrebbe giungere dai filmati delle viodeocamere della zona. Ad occuparsi del caso, il pm di turno Giorgia Villa e la Direzione Distrettuale Antimafia. Le indagini sono conduttore dagli agenti della Squadra Mobile ed i colleghi della Polizia Scientifica.

Al momento, la pista maggiormente battuta è quella del regolamento di conti per questioni droga. Dunque, il movente potrebbe essere la vendetta di un boss per uno sgarro subìto. Mirko Monaco, infatti, non è considerato un pezzo grosso della malavita organizzata locale, anche se non risulta estraneo alle dinamiche criminali.

Il 36enne leccese (fratello dell’ex collaboratore di giustizia della Sacra Corona Unita Giampaolo Monaco, conosciuto nell’ambiente criminale come “Gianni Coda”) è scampato ad un agguato, già  11 anni fa, nel 2009, quando fu colpito da un proiettile, sempre a una gamba.

Suo fratello, pochi giorni prima aveva ammazzato un giovane, dopo la fuga dai domiciliari, presumibilmente per vendicare un precedente pestaggio subito da Mirko.

Mirko Monaco ha diversi precedenti penali alle spalle. Nel 2013, fu arrestato per la tentata estorsione con l’aggravante delle modalità mafiose, ai danni del titolare di una sala giochi.

Per quello stesso episodio, il fratello Giampaolo fu condannato ad 8 anni ed 11 mesi; Mirko Monaco, invece, fu assolto in primo grado, sentenza poi ribaltata in Corte d’Appello dove arrivo la condanna a 4 anni e 4 mesi.



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