Accoltella la fidanzata e il Giudice gli concede i domiciliari: la Procura presenta ricorso

Giorgio Vitali era finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Dopo poco più di ventiquattro ore era tornato a casa, seppure in stato di arresto, su decisione del Gip.

Il gip concede i domiciliari, ma la Procura presenta immediatamente ricorso. È il caso di Giorgio Vitali, il 30enne finito a Borgo San Nicola con l’accusa di tentato omicidio, e dopo poco più di ventiquattro ore di nuovo a casa, seppure in stato di arresto. Una decisione che ha indotto il pm Maria Rosaria Micucci ad impugnare l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Vincenzo Brancato. Sarà adesso il Tribunale del Riesame a fissare l’udienza camerale. In quella sede, verrà stabilito se Vitali potrà restare ai domiciliari o dovrà tornare dietro le sbarre.

L’ordinanza del gip

Le esigenze cautelari sarebbero garantite anche con i domiciliari. È la motivazione del gip Vincenzo Brancato contenuta nell’ordinanza con cui ha convalidato l’arresto e accordato al 30enne di Castrignano del Capo una misura meno afflittiva, accogliendo la richiesta del suo difensore, l’avvocato Paolo Pepe. Il gip ritiene, inoltre, che alla luce del pentimento di Vitali e dello stato d’incesuratezza del giovane, non vi sia il rischio di reiterazione del reato.

Il bracciante agricolo, nell’udienza di convalida dell’arresto, tenutasi ieri mattina presso il carcere di Borgo San Nicola, ha spiegato al giudice per le indagini preliminari di aver agito in preda ad un rapsus dettato dalla gelosia.

La ricostruzione dei fatti

Il grave episodio si è verificato domenica sera, intorno alle 23.00. Stefania De Marco di 26 anni, studentessa residente a Tricase, è stata raggiunta da 7 coltellate alle spalle che gli hanno anche perforato un polmone e l’autore del gesto, in base alla sua stessa confessione, sarebbe il fidanzato. Giorgio Vitali avrebbe colpito più volte la fidanzata, lasciandola a terra in una pozza di sangue all’interno del bagno di un’abitazione della famiglia della 26enne, a Morciano di Leuca.

Allertati da una chiamata che parlava di una donna ferita per una caduta, nel giro di poco tempo sul posto è arrivato il personale del 118. Successivamente, il sopralluogo dei militari della Compagnia di Tricase, comandati dal Capitano Alessandro Riglietti e degli uomini della stazione di Salve. A chiamare il 118 sarebbe stata un’amica della malcapitata, su sollecitazione di Vitali. La ragazza è stata condotta all’ospedale Panico di Tricase.

Nonostante sia ancora in prognosi riservata, Stefania non sarebbe in pericolo di vita.

Successivamente, si è svolto in caserma l’interrogatorio di Vitali. Il 30enne ha confessato dopo circa 2 ore e mezza. Non restava che cercare l’arma del delitto, quel coltello con cui ha ferito la fidanzata. I militari, grazie alle indicazioni fornite dal 30enne, lo hanno trovato tra le sterpaglie, a poca distanza dall’abitazione, dove si è consumata la tragedia.



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