Trovati dna e impronte digitali. Si stringe il cerchio sugli autori del furto di armi alla Forestale di San Cataldo

Importanti novità nelle indagini sul furto di armi commesso, nella notte tra il 13 ed il 14 luglio alla stazione del Corpo Forestale di San Cataldo. I carabinieri delle sezioni Investigazioni Scientifiche di Lecce e Bari sono riusciti ad esaltare le impronte digitali degli autori

Un furto insolito, che destò non poco clamore e preoccupazione. Sia perché era stata violata la Stazione del Corpo Forestale dello Stato di San Cataldo sia perché, in quella notte tra il 13 ed il 14 luglio scorso, erano state potate via, tra le altre cose, due pistole mitragliatrici in dotazione agli agenti. Fin da subito si ebbe la sensazione di non essere di fronte a dei ladri qualunque: non è da tutti prendere di mira una caserma e, molto probabilmente, vista la dinamica di quanto accaduto, il colpo era stato studiato nei minimi particolari per non lasciare nulla al caso. I malviventi, infatti, dopo aver divelto la grata di una finestra, si erano introdotti nel locale armeria e con l’utilizzo di una fiamma ossidrica avevano aperto la cassaforte, svuotandola del suo contenuto. Poi si erano dileguati con la complicità del buio.

A distanza di qualche mese, grazie al lavoro certosino svolto dai Carabinieri delle Sezioni Investigazioni Scientifiche di Lecce e Bari, con l’impiego di mezzi e tecnologie di ultima generazione, è stato possibile “esaltare” come si dice in gergo le impronte digitali degli autori.

Le “tracce” sono state trovate all’interno del locale armeria e sono idonee per le successive comparazioni, quindi per scoprire gli autori del furto. Gli accertamenti finora eseguiti, hanno, infatti, stabilito che non appartengono agli agenti del Corpo Forestale.

Ma c’è anche un altro elemento che potrebbe rivelare l’identità degli autori:  alcune tracce di sangue, trovate dagli investigatori sulla scena del crimine, saranno utili per estrarre il Dna da raffrontare con quello dei sospettati.

Le indagini sono svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce che, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica e del Pubblico Ministero, Massimiliano Carducci, proseguono serrate anche per recuperare le armi.