Twin Towers, le versione dei fatti del titolare:’Realizzato tutto in conformità ai permessi’

Il titolare del lounge Bar ‘Twin Towers’, Paolo Spalluto, ha voluto raccontare alla redazione di Leccenews24.it la propria versione dei fatti:’Le strutture sono amovibili, non edili, e costruite in conformità ai permessi del settore Urbanistica’.

La notizia che vede il sequestro preventivo nei confronti di alcune strutture del lounge Bar “Twin Towers” – uno dei locali più conosciuti e frequentati dalla movida leccese – fa ancora molto discutere. Indubbiamente, sarà la magistratura a dare una risposta definitiva alla vicenda, sebbene il titolare dell’esercizio commerciale, Paolo Spalluto, non vuole che i cittadini dimentichino ciò che egli stesso definisce un’ingiustizia. Di certo non rinuncia a difendere il proprio operato, ritenendosi assolutamente innocente. Anzi, Spalluto ha contattato la redazione di Leccenews24.it per fornire la propria versione dei fatti. E, davanti ai nostri microfoni, spiega con precisione tutto l’iter conducente ai sigilli apposti nella parte non in muratura del locale. L’accusa – lo ricordiamo – adduce all’edificazione delle strutture incriminate senza i dovuti permessi, considerate edili.

«Per le stesse strutture c’è stato un procedimento aperto nel 2011 – ricorda l’imprenditore davanti alle telecamere di Leccenews24 – terminato con un’assoluzione: viste tutte le analisi, e con lo stesso iter, nel giudizio conclude dicendo “il reato non sussiste”. Pertanto, queste strutture non risultano edili, bensì vanno considerate precarie e, dunque, amovibili. Di per sé stiamo parlando di nulla, perché l’imputazione è uguale a quella precedente. L’ultimo sequestro, dunque, non ha una logica ed è solamente una ripetizione, una vessazione».

Non solo. Il sig. Spalluto racconta d’aver rispettato tutte le procedure previste: «Io, come tutti i cittadini, nel momento in cui ho avuto idea di impiantare qualcosa, mi sono recato presso l’ufficio competente chiedendo ragguagli. Ho chiesto come si fa e raggiungendo l’accordo di presentare un progetto valutato da una commissione. La commissione ha dato il sì e dunque il permesso è stato concesso. Noi abbiamo realizzato tutto in conformità ai permessi forniti dal settore Urbanistica e, non avendo contestato nulla, siamo andati avanti. Ora, se le realizzazioni sono quelle del progetto e dell’ufficio urbanistica, come si fa a contestare che non sono da ritenersi tali? Se la prendano con l’ufficio urbanistica allora e non con noi, che abbiamo fatto tutto nel rispetto della legge, senza scavalcarla o entrando nell’abuso».

«Volevano distruggerci e ce l’hanno fatta. Adesso – prosegue – non mi resta che demolire per assecondare le procedure amministrative e legali. Oppure dovrei tenermi il sequestro preventivo fino a un giudizio, magari tra un anno quando mi daranno ragione, ma nel frattempo i miei dipendenti saranno già andati in giro a cercarsi un altro lavoro. O demolisci, o non hai alternativa. Altrimenti si lavora con quel che resta in mezzo ai nastri con sequestri fatti in malo modo dalla Polizia Municipale».

«Mi hanno fatto un dissequestro parziale – conclude – c’è ancora una porta che devono liberare, quella che mi permette di accedere al cancello esterno. Di certo non hanno effettuato prima una perizia nella quale occorreva capire quello c’era da sequestrare e quello che invece non era da sequestrare. Con un atteggiamento di questo tipo c’è poco da aspettarsi». 



In questo articolo: