Uccise la zia a colpi di ombrello. Accompagnata in carcere per scontare la condanna

Per Anna Maria Toraldo la donna che il 20 dicembre del 2012 uccise la zia 86enne che accudiva, a colpi di ombrello in testa forse esasperata dalle sue continue lamentele si sono aperte le porte della Casa circondariale di Lecce. Dovrà scontare una pena residua a 6 anni e 8 mesi d

Prima o poi Anna Maria Toraldo, la 55enne finita sotto i riflettori della cronaca locale per aver ucciso a colpi di ombrello l’anziana zia che aveva in cura, doveva pagare il suo conto con la giustizia. Quel momento è arrivato oggi quando, nel primo pomeriggio, i militari della Stazione di Trepuzzi hanno bussato alla sua porta per eseguire un ordine di carcerazione nei suoi confronti.
 
La donna dovrà scontare una pena residua di 6 anni e 8 mesi di reclusione. In più, la 55enne è stata condannata all’interdizione legale per lo stesso periodo e alla interdizione perpetua dai pubblici uffici.  Al termine delle operazioni di rito per la donna si sono aperte le porte di Borgo San Nicola.
 
Era il 20  dicembre del 2010 quando il corpo di  Maria Tolardo (il cognome era diverso per un errore all’anagrafe) venne ritrovato in cucina dal medico di famiglia accorso su richiesta della nipote. «La zia è caduta accidentalmente con il girello», aveva dichiarato la donna. Fin da subito, però, gli indizi portavano in un’altra direzione: i segni sul corpo dell’anziana non poteva essere dovuti ad un banale incidente domestico. La conferma ai sospetti arrivò dall’autopsia: le ferite riportate facevano pensare più ad un’aggressione, anche particolarmente violenta, e i graffi molto probabilmente erano stati determinati da un inutile tentativo di difesa. Non solo, sul corpo dell’anziana furono ritrovati anche segni per così dire più “datati”: non era la prima volta. Pare, secondo quanto emerso, che Maria fosse un'anziana non facile da gestire, una donna vecchio stampo, dal carattere forte tanto da creare più di qualche grattacapo a chi la curava. Ma bastava a "giustificare" una simile crudeltà? Certo che no. 

A fare luce sulla vicenda che stava assumendo contorni sempre più scuri un’intercettazione ambientale nella quale la 55enne diceva a un parente: «Che gli ho detto… che gli ho dato martellate io con l'ombrello… ormai ho detto tutto… tocca che glielo dico con l'avvocato».

Insomma, le incongruenze nel raccolto a caldo della nipote,  le testimonianze dei vicini che avevano dichiarato di aver “sentito urla disumane”, i segni ritrovati sul corpo e molti altri indizi avevano permesso di ricostruire il “quadro”, di mettere ogni pezzo al suo posto: era stata la stessa nipote ad uccidere, brutalmente, a colpi di ombrello la zia forse per un attacco d'ira sfociato poi nell’aggressione. Omicidio "preterintenzionale"; ergo, la signora Anna non avrebbe pianificato l'uccisione dell'ottantottenne, né tanto meno ci sarebbero alle spalle motivazioni di carattere economico (Maria Toraldo riceveva una normale pensione), bensì solo un raptus di mortale follia.