Ucciso con colpo di pistola al cuore: chiesto l’ergastolo per Margari, omicida reo- confesso di Frisenda

Il 35enne di Copertino è stato giudicato con il rito abbreviato ed oggi dinanzi al Gup Antonia Martalo, il sostituto procuratore Guglielmo Cataldi ha invocato per lui una pesante condanna. Margari è accusato di aver ammazzato il compaesano Frisenda il 4 luglio dello scorso anno.

Arriva la richiesta di condanna all'ergastolo per l'omicida reo-confesso di Copertino, Luigi Margari, accusato di avere ammazzato con un colpo di pistola sparato al petto, il compaesano Fabio Frisenda. Il 35enne, difeso dall'avvocato Elvia Belmonte aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato ed oggi dinanzi al Gup Antonia Martalo, il sostituto procuratore Guglielmo Cataldi ha invocato per lui la pena del carcere a vita. Subito dopo, è stata la volta delle parti civili che si sono associate alla richiesta del Pm. Tra quest'ultime, compaiono i famigliari della vittima del 33enne. Il padre, la madre ed un fratello, difesi dall'avvocato Mina Celestini, nei confronti dell’omicida e dei suoi fiancheggiatori. Un  secondo fratello, avvocati difensori Giovanni e Gabriele Valentini, invece, solo per Margari, i quali hanno formulato una richiesta di risarcimento di 80mila euro. Il 22 ottobre, sarà il turno della difesa, mentre per il 29 dello stesso mese dopo le eventuali repliche è prevista la sentenza del giudice.

L’omicidio si consumò il 4 luglio del 2014 in una campagna alla periferia di Copertino, dove sorge una fabbrica per la produzione di infissi. Frisenda, all’epoca, si trovava ai domiciliari ed era autorizzato dal giudice del Tribunale di Sorveglianza a lavorare presso la ditta, dalle ore 7,30 alle 16. Quel giorno, però, ricevette una visita inaspettata, poichéin tarda mattinata Margari giunse a bordo della propria auto, nelle vicinanze del capannone dell’azienda. La vittima intuì di essere finito in un’imboscata, ma pur tentando di fuggire all'agguato, venne raggiunto dal killer che gli sparò un colpo di pistola al cuore, ferendolo mortalmente. Margari dopo due giorni di latitanza, si costituì presso la caserma dei carabinieri della Tenenza di Copertino.

Nel corso dell’interrogatorio, l’omicida dichiarò di aver teso l'imboscata a Frisenda per le presunte avances rivolte dalla vittima alla sua compagna, mentre egli si trovava in ospedale: ha negato di volerlo uccidere, ma soltanto "recapitare" un avvertimento, attraverso un colpo di arma da fuoco.

Il Gup Martalò, nell'udienza precedente ha anche rinviato a giudizio tre presunti fiancheggiatori dell’omicida reo-confesso ed il processo a loro carico, inizierà il prossimo 17 novembre dinanzi al giudice Pasquale Sansonetti. Infatti, dalle carte dell’inchiesta emergerebbe il ruolo assunto nella vicenda da tre personaggi vicini a Luigi Margari. Si tratta di Vito Manzari, 56 anni di Lecce; Cosimo Valentino, 36 di Copertino e Anna Rita Lisi, 35 di Copertino. Il primo, sarebbe un parente di Frisenda ed avrebbe fornito al presunto assassino una "copertura" a Bari, subito dopo l’omicidio. Inoltre, da ciò che risulterebbe da un'informativa dei carabinieri, egli avrebbe eluso le indagini, aiutando Margari a sottrarsi alla cattura. Valentino e Lisi, invece, avrebbero aiutato il killer a nascondere l’arma utilizzata per compiere l’omicidio. I presunti fiancheggiatori sono difesi dagli avvocati Anna Schiavano e Angelo Vetrugno.



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