
Arriva il no del giudice sull’acquisizione di un verbale del neo-collaboratore di giustizia, Tommaso Montedoro, nel processo relativo ad una vecchia inchiesta sulla Banca di Credito Cooperativo Terra d’Otranto.
Il gup Vincenzo Brancato aveva rinviato l’udienza scorsa al prossimo 19 novembre per un difetto di notifica agli imputati. Lo stesso giudice, però, con apposita ordinanza, ha sottlineato come non fosse possibile accordare il rinvio, per produrre, su richiesta della Procura, il verbale completo del neo collaboratore di giustizia (in udienza è stato presentato solo uno stralcio).
La decisione, oltre che da questioni procedurali, sarebbe dettata dai dubbi sull’attinenza delle dichiarazioni di Montedoro con il processo in corso. Ad ogni modo, nella prossima udienza, il pm Carmen Ruggiero potrebbe ribadire l’istanza.
Il pentito, nelle settimane scorse, ha riferito agli inquirenti (tra cui il Procuratore Capo Leonardo Leone De Castris) di un incontro avvenuto in passato a Casarano con il sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta.
Il motivo di quest’appuntamento? Un prestito bancario per l’apertura di un centro commerciale nel Basso Salento (assieme a dei soggetti calabresi), in cambio dell’appoggio in campagna elettorale. In particolare, secondo quanto riferito da Montedoro, i due si sarebbero incontrati in un bar e Mazzotta avrebbe promesso di interessarsi alla vicenda, offrendo l’apertura di linee di credito presso due istituti bancari. Inoltre, avrebbe regalato a Montedoro un paio di costose scarpe Hogan. In realtà, come riferito dallo stesso pentito, dell’affare non se ne fece niente, perché nel frattempo venne arrestato.
Il sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta, attraverso il proprio legale Pantaleo Cannoletta, smentisce categoricamente di avere mai conosciuto e addirittura incontrato, Tommaso Montedoro.
L’inchiesta
La Procura di Lecce, nei mesi scorsi, ha chiuso l’inchiesta sul rinnovo del consiglio d’amministrazione della Banca di credito cooperativo Terra d’Otranto, condizionato secondo l’accusa, da presunte ingerenze della Sacra Corona Unita.
L’avviso di conclusione vede coinvolte dieci persone: il sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta, 48 anni, all’epoca socio ed amministratore di fatto della banca; Ennio Capozza, 62 anni, di Lecce, nelle vesti di visurista a contratto per la banca; Tommaso Congedo, 42 anni, di Monteroni, direttore di filiale; Luciano Gallo, 50 anni, di Martano; Dino Mazzotta, 42 anni, di Carmiano; Giovanni Mazzotta, 53 anni di Monteroni, detto Gianni Conad; Saulle Politi, 46 anni, di Monteroni; Italo Potì, 82 anni, di Melendugno; e Maria Grazia Taurino, 53 anni, di Carmiano, addetta ai mutui.
La posizione di Giuseppe Caiaffa, 57 anni, di Carmiano, consigliere uscente, e di Giovanni Mazzotta, 53 anni, di Monteroni, detto Gianni Conad è già stata stralciata durante l’udienza preliminare.
Gli imputati rispondono a vario titolo ed in diversa misura di: estorsione aggravata dal metodo mafioso, tentata e consumata, violenza privata, tentata concussione.
Al sindaco di Carmiano viene contestato di aver favorito il fratello Dino per ottenere la presidenza a scapito dell’altro concorrente Giulio Ferreri Caputi. In che modo? Attraverso svariate false autenticazioni delle firme dei soci per votare per la lista capeggiata da Dino Mazzotta.
L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Ros e della Compagnia di Campi Salentina. Gia il 14 maggio del 2014 vi furono una serie di perquisizioni ed i sequestri nella sede di viale Leopardi, a Lecce, dell’istituto di credito.
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati: Paolo Spalluto, Massimo Bellini, Luigi e Roberto Rella, Carlo Sariconi, Antonio Savoia, Laura Minosi, Filippo Orlando, Salvatore Pino, Paolo Pepe, Roberto Ruggiero.