Rimane in carcere l’uomo accusato di avere violentato la figlia per più 15 anni e dal cui incesto sarebbe nata una bambina.
Il Tribunale del Riesame (Presidente Annalisa De Benedictis, a latere Antonio Gatto, relatore Pia Verderosa) ha rigettato l’istanza della difesa. Gli avvocati Luigi ed Alberto Corvaglia chiedevano l’annullamento dell’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip Cinzia Vergine, in particolare ritenendo prescritto il reato di violenza sessuale.
Il Riesame ha comunque ha “annullato” l’imputazione di maltrattamenti in famiglia, come richiesto dal collegio difensivo. Le motivazioni saranno depositate entro il termine di 45 giorni.
L’indagato è una persona residente in un paese del Basso Salento. Risponde delle ipotesi di reato di violenza sessuale aggravata e continuata e maltrattamenti in famiglia.
Il gip ritene nell’ordinanza afferma che “il lungo silenzio serbato dalla ragazza deve interpretarsi quale conseguenza della sopraffazione stessa” ed aggiunge “la sudditanza è stata superata grazie ad una non comune forza d’animo”. L’applicazione della misura cautelare in carcere è giustificata per evitare la reiterazione dei gravi fatti di reato, nei confronti di altri soggetti minorenni. Inoltre, pesa sul provvedimento l’esito del test sul Dna.
Le indagini
Le indagini, condotte dal pm Stefania Mininni, sono scattate dalla denuncia della figlia che vive, da tempo, fuori dalla provincia di Lecce. La giovane avrebbe raccontato gli abusi subiti, prima al suo attuale compagno e poi, assieme a lui, si sarebbe rivolta ai carabinieri della locale stazione, nel mese di luglio.
Le attenzioni sessuali, secondo quanto riferito dalla stessa, si sarebbero verificate tra le mura di casa, per vent’anni. Non solo, la figlia divenuta maggiorenne avrebbe avuto anche una gravidanza. La bambina sarebbe venuta al mondo pochi anni fa.
La figlia dell’indagato, ritiene la Procura, sarebbe stata molestata e palpeggiata fin dall’età di 7 anni e costretta a subire il primo rapporto sessuale completo ad appena 10 anni.
Invece, quando aveva 15 anni, il padre l’avrebbe violentata ed ella sarebbe rimasta incinta. Nel 2008, però avrebbe abortito e sarebbe stata costretta a riferire ai sanitari, su suggerimento del papà, che era stata violentata da una terza persona.
Il padre, per “punirla” di avere parlato con la madre degli abusi subiti, l’avrebbe stuprata in macchina, nonostante la figlia avesse ancora forti dolori collegati all’aborto. Infine, all’età di 20 anni, la ragazza sarebbe rimasta nuovamente incinta. Come detto, dall’esame del Dna sarebbe emersa la terribile verità. La figlia era frutto dell’incesto.
La vittima è stata ascoltata varie volte dagli uomini di polizia giudiziaria su delega del pm. Dalle sue dichiarazioni sarebbero emersi anche i ripetuti maltrattamenti nei confronti di sua madre, poiché avrebbe riferito “le mani le ha alzato tante volte”.
