Quattro giorni in compagnia di Eugenio Barba, “L’albero” in scena ai cantieri teatrali Koreja

Dal 4 all’8 ottobre andrà in scena “L’Albero”, prima tappa italiana dell’ultimo lavoro del regista salentino Eugenio Barba applaudito in molte capitali europee. Appuntamento ai cantieri teatrali Koreja.

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Al via oggi, 4 ottobre, una quattro giorni intensa in compagnia di Eugenio Barba. Da stasera e fino a domenica 8 ottobre alle 20.45 sarà in scena ai cantieri teatrali Koreja, L’Albero, prima tappa italiana dell’ultimo lavoro del regista salentino, grazie al progetto della Regione Puglia realizzato dal Teatro Pubblico Pugliese e fortemente incentivato dall’assessore Loredana Capone, in collaborazione con i Cantieri teatrali Koreja.

L’albero ha debuttato a Holstebro nel 2016 e vede in scena gli attori dell’Odin Teatret e due maestri del teatro tradizionale asiatico, il balinese Wayan Bawa e l’indiana Parcathy Baul.

Lo spettacolo è la terza tappa della “trilogia degli innocenti” unitamente a La vita cronica e Le grandi città sotto la luna. È un racconto di avvenimenti contemporanei, nati dalla lettura di un giornale, che intrecciano conflitti, incubi e speranze di personaggi fittizi e figure storiche realmente vissute.

L’azione si svolge in una caleidoscopica simultaneità commentata da due conta-storie. Nel deserto della Siria due monaci yazidi piantano un pero per richiamare gli uccelli che sono scomparsi. In Nigeria una madre riposa sotto l’ombra dell’albero della dimenticanza stringendo tra le braccia la testa della figlia nascosta in una zucca. Un signore della guerra serbo racconta i suoi metodi di pulizia etnica a un signore della guerra liberiano.

L’incontro di presentazione alla stampa, moderato da Ileana Sapone per il Teatro Pubblico Pugliese, è stato un momento di approfondimento dialettico in cui ogni convenuto ha indicato parole chiave su cui poter indirizzare una riflessione individuale e più ancora collettiva.

Loredana Capone, Assessore Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, ha lanciato il concetto della “pervasività dell’arte” e della concreta ambizione di “connettere i grandi rappresentati della cultura pugliese con la stessa Puglia”, spesso dimentica della importanza dei suoi stessi giacimenti culturali.

L’Assessore alla Cultura, Creatività e Valorizzazione del Patrimonio Culturale del Comune di Lecce, Antonella Agnoli, ha ricordato il suo incontro con Barba alla Biennale di Venezia del 1972 e approfondito il concetto di “patrimonio” come qualcosa che viene riconosciuto dai cittadini, Salvatore Tramacere, direttore dei Cantieri Teatrali Koreja, ha focalizzato l’attenzione sul senso dei progetti per il teatro e sul “tempo” lento del concetto di laboratorio, Eugenio Barba infine ha raccontato, con la sua speciale ed affascinante irruenza prossemica, i sui esordi, da Gallipoli (ndr. Barba è nato a Brindisi da genitori gallipolini) e la trasformazione della sua inquietudine personale nell’inquietudine del teatro, l’unione in Danimarca con coloro che erano stati esclusi, la tenacia e la costanza nella creazione dell’Odin Teatret a Holtesbro e l’incontro fortunato con politici “imprudenti” che hanno creduto nei suoi progetti.

In parallelo agli spettacoli ci saranno poi tre altri appuntamenti. Mercoledi 4 alle ore 17.30, nel Cinelab Giuseppe Bertolucci – Cineporto di Lecce, ci sarà la proiezione del docu-film “Il paese dove gli alberi volano” di Davide Barletti e Jacopo Quadri a cura del corso di laurea DAMS (Unisalento), Fondazione Apulia Film Commission e Teatro Koreja. Intervengono Eugenio Barba, Davide Barletti, Jacopo Quadri. Modera Luca Bandirali.

Il foyer dei Koreja ospiterà poi due presentazioni: Giovedì 5 alle ore 18.00 “I cinque continenti del teatro. Fatti e leggende della cultura materiale dell’attore” di Eugenio Barba e Nicola Savarese, un volume enciclopedico sul teatro edito da Laterza; venerdì 6, sempre alle 18, “Odino nelle terre del rimorso. Eugenio Barba e l’Odin Teatret in Salento e Sardegna (1973-1975)” di Vincenzo Santoro che ripercorrerà gli anni dal 1973 al 1975, quando Eugenio Barba e l’Odin Teatret si trasferirono, a più riprese e per lunghi periodi, in Sardegna e nel Salento, con l’intento di portare il teatro in “luoghi senza teatro”, a contatto con popolazioni che abitualmente non ne fruivano.

Le serate si preannunciano sold out.



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