“Chi ha visto la bellezza con i suoi occhi/è già dato in preda alla morte”. Bellezza e morte, nel romanzo breve di Thomas Mann “La morte a Venezia”, sembrano rubarsi reciprocamente la scena, districandosi in una danza leggera che finisce per unirle, mescolarle, confonderle.
Il verso del poeta e drammaturgo tedesco August von-Platen, citato all’inizio, riesce a condensare il senso profondo dell’opera di Mann. Perché se si chiedesse a qualcuno che abbia letto “La morte a Venezia” di cosa tratti il libro, quel qualcuno risponderebbe che tratta di bellezza. Parla della bellezza che un artista cerca per tutta la vita, una bellezza assoluta che si realizza, allo stesso tempo, in una perfezione delle forme e in uno stato d’animo di appagamento che provoca in chi, queste forme, le osserva, le ammira e, inevitabilmente, le desidera. E sempre quel qualcuno che abbia letto “La morte a Venezia” potrebbe rispondere che è anche un romanzo sul desiderio. Il desiderio di chi, forse troppo vecchio, può solo stare a guardare l’incanto di una giovinezza che è ormai lontana, ormai perduta, quasi dimenticata.
Al romanzo breve di Thomas Mann – insieme al film da esso tratto diretto da Luchino Visconti e al melodramma del compositore Benjamin Britten – si ispira l’incontro organizzato da Astragali Teatro che, all’interno del progetto “Taotor”, propone in streaming (sulla piattaforma Gotomeeting) “La morte a Venezia”, Venerdì 29 maggio (ore 18:30 – [email protected]).
Taotor è un progetto triennale promosso da Astragali Teatro, cofinanziato dalla Regione Puglia nell’ambito dell’Avviso pubblico per lo Spettacolo e le Attività culturali, in collaborazione con Ar.Va, Theutra e il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e con i comuni di Lecce, Vernole, San Cesario di Lecce e Castro.
Nel corso dell’incontro, interverranno Nadia Setti (docente di Letterature comparate e Studi femminili nel Centre d’Études Féminines et d’Études de genre dell’Università di Paris 8), Vincenzo Cuomo (studioso di estetica e di filosofia della tecnica e direttore della rivista internazionale di filosofia “Kaiak. A Philosophical Journey”); Enrico Schirò (filosofo e redattore di “Kaiak. A Philosophical Journey”), Igor Pelgreffi (docente di filosofia dell’Università di Verona) e Fabio Tolledi (direttore artistico di Astràgali Teatro).
Sullo sfondo di una Venezia ammorbata dal puzzo di morte portato dal colera, dall’odore di putrefazione che si mescola al profumo d’incenso delle chiese, di una Venezia città misteriosa in cui la forma scivola nell’informe, l’estasi scivola nella morte, si consuma il desiderio dell’artista Gustav Aschenbach per il ragazzo polacco Tadzio, bello come un Narciso che tende le braccia verso il riflesso della propria bellezza, di un intellettuale maturo per un adolescente il cui sorriso lo costringe a fuggire la luce, a cercare il buio del giardino per calmare il tremore dell’emozione.
Aschenbach affronta la discesa negli inferi delle sue passioni in una Venezia bellissima e letale che è allo stesso tempo nobildonna e cortigiana, trionfante nel suo lusso e decadente nella fetida macchia del colera. “La morte a Venezia” è il romanzo della consapevolezza di quello che è stato e che più non può essere: la scelta di Aschenbach di guardare solo da lontano il giovane Tadzio rappresenta lo svanire dell’illusione della bellezza, di quella bellezza che risplende sul volto di un altro e che rispecchia il tentativo di aggrapparsi ad un’epoca della vita ormai trascorsa, che nessun trucco potrà rinvenire. Ma, forse, la bellezza non svanisce o non muore. Semplicemente si trasforma, assume nuove sembianze e si declina in forme interiori, profonde, intime.
Come partecipare
Cliccare sul link per accedere alla sessione
https://global.gotomeeting.com/join/461355101 e poi seguire le istruzioni.
– Ricordarsi di disattivare l’audio per ridurre i rumori di fondo creati quando più partecipanti si uniscono alla sessione contemporaneamente.
Info 0832306194 – 3892105991
www.astragali.it – [email protected]