Non dirmi che hai paura, il best seller di Giuseppe Catozzella diventa un film

Il film tratto dall’omonimo libro, al cinema dal 5 dicembre 2024, ci ricorda che la lotta per la libertà è universale.

Samia nasce in Mogadiscio durante una tremenda guerra civile. A 9 anni scopre di avere un dono: riesce a correre più veloce rispetto agli altri e sogna di diventare una campionessa, ma la sua vita viene travolta dalle tradizioni oppressive e da un destino che pare segnato. Tuttavia, attraverso il coraggio e la determinazione, Samia riesce a diventare simbolo di una lotta che va oltre la sua persona: quella per la libertà e per i diritti delle donne nel mondo.

Non dirmi che hai paura” (Feltrinelli) di Giuseppe Catozzella ci parla, prima di tutto, di resilienza.
La corsa, infatti, non è solo uno sport per Samia, ma un atto di ribellione contro un sistema che la vorrebbe confinata in un ruolo tradizionale di sottomissione e invisibilità.

La sua passione diventa così un modo per superare le barriere fisiche e sociali, sfidando le imposizioni di una cultura che limita le donne. Catozzella racconta di una resistenza quotidiana contro l’oppressione.

Samia, incarna il coraggio di chi, pur vivendo in un contesto di guerra e disperazione, non rinuncia a inseguire i propri sogni. La sua corsa, infatti, è simbolo di una battaglia più grande: quella per la libertà di scegliere, di vivere e di esistere come individuo al di là di ogni tradizione.

Non dirmi che hai paura, il film tratto dall’omonimo libro, al cinema dal 5 dicembre, ci ricorda che la lotta per la libertà è universale, che risuona oltre i confini geografici e culturali.
La corsa di Samia è, dunque, la corsa di tutte le donne che cercano di liberarsi dalle catene invisibili della società patriarcale. Un messaggio di speranza, di forza e di lotta che non può essere ignorato.



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