Emilio Isgrò, fino al 27 maggio una ‘Piccola ma preziosa mostra in Accademia’

Sarà visitabile fino al 27 maggio – presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce – la mostra che celebra Emilio Isgrò, uno dei maestri del’arte concettuale, avviando così una nuova programmazione espositiva per la Galleria dell’Accademia.

Fino al 27 maggio 2018, sarà possibile visitare la mostra Emilio Isgrò. Piccola ma preziosa mostra in Accademia, a cura di Angelo Maria Monaco, Storico dell’Arte e docente dell’Accademia. La mostra, patrocinata dal Comune di Lecce e dalla S.I.S.C.A. (Società italiana di Storia della Critica d’Arte), in collaborazione con il Centro culturale Scaramuzza Arte contemporanea e Maggio salentino, si inserisce nell’ambito delle attività culturali dell’Accademia, con l’intento triplice di rendere omaggio a un artista del Mediterraneo tra i più intensi interpreti della società e della cultura italiane dal secondo dopoguerra a oggi; consolidare la politica di apertura dell’Istituzione verso il Territorio coinvolgendo e sensibilizzando la Comunità nei confronti dell’arte contemporanea di grande qualità; indicare alle nuove generazioni di artisti un modello positivo di intellettuale e di Uomo.

Una grande opportunità che approfondisce la personalità e la poetica di Emilio Isgrò all’indomani dell’incontro organizzato dall’Accademia delle Belle Arti di Lecce, per il conferimento della laurea Honoris Causa, durante il quale l’artista ha presentato il suo ultimo testo “Autocurriculum”, Sellerio Editore, 2017. Una nuova stagione per l’Accademia di Lecce, con la direzione di Andrea Rollo, che si rinnova attraverso il dialogo con le personalità dell’arte contemporanea, sia valorizzando gli studenti e le loro produzioni con la mostra annuale Incipit ideata da De Filippi ospitata in diversi spazi espositivi.

Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia, 1937), vive e lavora a Milano, è artista concettuale, pittore, poeta, scrittore, drammaturgo e regista affermato a livello internazionale. Esponente di spicco dell’Arte Concettuale e della Poesia Visiva è noto per le “cancellature” eseguite sulle opere letterarie e del pensiero più significative della cultura occidentale, dai Promessi Sposi, ai Vangeli, dall’Orlando furioso alla Costituzione Italiana. Tutto inizia dal Logos, dal pensiero che si sostanzia in parola, talvolta rifugiata nei quadri, come nella poesia visiva, talaltra criptata come nell’arte concettuale. Distante da queste categorie, ma forse partecipante ad entrambe, Isgrò ha fatto un’operazione rivoluzionaria nell’espressione artistica “La cancellatura è come lo zero in matematica, chiamato a formare, da solo, tutti i numeri e tutti i valori”. «Sospettavo da tempo», scrive, «che tutti gli aggiustamenti operati sulla parola dalle neoavanguardie letterarie non riscattassero la parola poetica (che è poi la parola umana per eccellenza) dal rischio di naufragare per sempre nel mare della comunicazione visiva». Tutt’al più ci si imbatteva in «puri esercizi di manutenzione della parola novecentesca». Invece bisognava rovesciare il tavolo: cancellare la parola «non significava distruggerla, ma salvaguardarla per tempi migliori; per quando cioè la capacità di riflettere si sarebbe finalmente saldata alla necessità di creare».

La mostra leccese si articola in una sintesi significativa e preziosa di alcune delle vie di ricerca di Isgrò, in cui prevale costante la sua ricerca di intellettuale sfaccettato e prismatico. Drammaturgo, poeta, scrittore, regista, le sue attività sono strettamente legate alla parola, negata, cancellata, rimossa ed esaltata. Come afferma Angelo Maria Monaco “Siamo nell’ambito della poesia visiva, ossia, di uno dei compromessi più plausibili che avesse mai potuto desiderare l’antico topos oraziano ut pictura poesis, attraverso cui erano state assegnate nel rinascimento, le medesime capacità mimetiche (cioè imitative) della Pittura ed della Poesia”.

La formazione classica è rievocata nell’opera Agamennone in cui Isgrò cancella alcuni versi della prima tragedia della trilogia Oresteia di Eschilo per evidenziare solo parole raziocinanti e giuste contrapposte alla follia. Al Vangelo, alla parola incarnata, sono dedicate le opere Un Uomo del 2001, rarissima cancella zione in bianco su fondo blu e parole vergate in rosso, e I Domenica di Quaresima con un inserimento colto tratto da un Annunciazione quattrocentesca di Giacomo Borlone de Buschis nella chiesa di San bernardino di Clusone, come ha riconosciuto il curatore. Golfe di Lion del 2006, Cuba (200) e Vedo il Mar Tirreno (2003), disorientano l’osservatore e cancellano città, luoghi frontiere, attualizzando la riflessione e precedendo la contemporaneità. Di altro registro, ma non meno profonde, sono le riflessioni ironiche di Isgrò sulla possibilità che personaggi del passato possano vivere e comunicare adesso attraverso indirizzi mail inviati dai luoghi più emblematici della modernità Brahms negli Emirati (2010).

La mostra si terrà presso la galleria dell’Accademia di Belle Arti, è accompagnata da un testo critico di Angelo Maria Monaco, storico dell’Arte e docente dell’Accademia, sarà visitabile gratuitamente dal lunedì al venerdì ore 10:00/18:00, il sabato ore 10:00/13:00. Aperture speciali domenica 13 e, in occasione di Cortili aperti, il 27 maggio, ore 10:00 / 20:00.

Info: [email protected]; visite guidate e attività laboratoriali di “cancellatura”, su prenotazione, a cura degli studenti dell’Accademia.



In questo articolo: