Fotografia, memoria e identità: ritratti al Quartiere Leuca

Venti cittadini del capoluogo salentino e della Provincia saranno impegnati in un corso gratuito per scattare una foto sul quartiere Leuca. Sarà curato da Simona Ghizzoni, due volte vincitrice del World Press Photo. Per iscriversi c’è¨ tempo fino al 15 aprile.

A partire da oggi, 19 marzo fino al 15 aprile, sarà possibile candidarsi al workshop “FIM. Fotografia, Memoria e Identità”, un corso gratuito di 200 ore rivolto a 20 cittadini di Lecce e Provincia (per informazioni e bando: associazionemena.com). Si tratta di un progetto per scattare una foto sul quartiere Leuca. Sarà curato da Simona Ghizzoni, due volte vincitrice del World Press Photo.

L’evento, che rientra nell’ambito del Programma Integrato di Rigenerazione Urbana di Via Leuca, è promosso dall’associazione Mena – Mille Eventi nell’Aria e nasce con l’obiettivo di intervenire e co-partecipare attivamente alla rivitalizzazione sociale e culturale del quartiere Leuca, favorendo l’inclusione sociale attraverso la creazione di un album fotografico autobiografico.

Il corso è curato da Simona Ghizzoni, due volte vincitrice del World Press Photo, e già impegnata sul tema della memoria e del recupero dell’identità collettiva in una serie di lavori realizzati tra il Medio Oriente e l’Africa, il workshop inizierà il 5 maggio 2014 e avrà cadenza settimanale. A chiudere i lavori, una mostra fotografica che si candida a diventare una nuova ‘mappa’ dell’area, ridisegnata grazie al lavoro di ricerca svolto dai partecipanti al workshop. I protagonisti saranno gli abitanti del quartiere, che diventeranno le “guide” di questo percorso che prevede allestimenti in strada, ma anche in abitazioni private ed esercizi pubblici.

Le 40 immagini – in parte poste negli spazi esterni su totem e cartelloni in PVC e in parte stampate e incorniciate come a far parte dell’arredamento delle case coinvolte – saranno accompagnate da una serie di multimedia proiettati sui muri dei palazzi del quartiere. Il quartiere si arricchirà inoltre d’installazioni ambientali, performance, happening, effetti dada durante tutto il periodo dell’esposizione. Si tratta in teoria di intervenire nei luoghi pubblici con soluzioni artistiche e significa favorire l’interazione sociale, e quindi l’integrazione, ma anche promuovere la riappropriazione collettiva di uno spazio pubblico. In questo progetto la fotografia diventa un vero e proprio canale di dialogo, che mette a confronto le diversità attraverso la capacità propria dello scatto di cogliere la multiculturalità di un quartiere.

Con la macchina fotografica è infatti possibile riappropriarsi di uno spazio pubblico, cogliendo le sue infinite prospettive e trasformandolo in un laboratorio di creatività, aperto alle emozioni e capace di educare al senso civico, al rispetto del luogo e dell’arte.



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