
Non ci sta Gallipoli a sfoggiare solo la corona di regina dell’estate, ad essere solo terra del divertimento. Non ci sta se, con il mare cristallino, le spiagge dorate, il centro storico, il porto e il mercato della pesca, le piazze e le chiese può ambire ad essere qualcosa in più di ‘semplice’ roccaforte del turismo salentino. La ‘Città Bella’ inverte la rotta e si rimbocca le maniche per conquistare un posto di rilievo anche nella cultura. Come? Provando a diventare la capitale Italiana della Cultura 2020, designata ogni anno dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
La candidatura c’è, come ci sono tutte le carte per poter sbaragliare la concorrenza e prevalere sulle altre 45 proposte, tra cui le pugliesi Alberobello, Altamura, Bitonto, Ceglie Messapica, Fasano e Villa Castelli. Comuni grandi e piccoli che aspirano allo stesso modo a questo importante riconoscimento che gli permette di ‘mettersi in mostra’ per 365 giorni.
«Abbiamo deciso di investire sulla cultura e lo facciamo promuovendo ed incoraggiando festival, incontri, convegni. Questa candidatura – ha dichiarato il Sindaco, Stefano Minerva – è perfettamente in linea con quanto costruito nell'ultimo anno, mattone su mattone, raggiungendo incredibili risultati. Dal 'Gallipoli in Poesia Festival' al 'Salento Book Festival' passando per una pluralità di eventi, spero fortemente che la prima selezione premi la nostra Gallipoli».
«La nostra città sta lavorando tanto, stiamo costruendo un volto nuovo e abbiamo bisogno del giusto incoraggiamento per farlo. Continueremo – conclude il primo cittadino – con le nostre attività e le nostre azioni: il mio è un invito alla cittadinanza, a crederci e a costruire insieme un percorso sinergico e condiviso».
I dossier presentati entro il 15 settembre dalle amministrazioni interessate saranno esaminati da una giuria di sette esperti di chiara fama nel settore della cultura, delle arti e della valorizzazione territoriale e turistica che selezioneranno, entro il 15 di novembre, le dieci città finaliste.