“Three letters from Sarajevo”, parte da Lecce il tour italiano di Goran Bregovic

Parte da Lecce il tour italiano di Goran Bregovic. Il musicista bosniaco si esibirà in concerto il 2 febbraio 2018, alle ore 20.30, sul palco del Politeama greco.

La musica non può cambiare il mondo, ma i piccoli segnali che dà possono essere importanti. In questo secolo dovremmo imparare a vivere con la diversità, se continuiamo così accadranno ancora tragedie come quella jugoslava”.

Parte da Lecce il tour italiano di Goran Bregovic che lo porterà in giro a Padova, Roma, Firenze, Milano, Bologna, Torino e Genova. Venerdì 2 febbraio alle 20.30 al Politeama Greco di Lecce per la Stagione Teatrale 2017/18 con la direzione artistica di Sonia Greco, l’artista sarà sul palco con un’orchestra di 19 elementi, un crogiuolo gitano che racconterà l’ultimo impegno discografico “Three Letters from Sarajevo”, uscito con Universal il 6 ottobre 2017.

Nato a Sarajevo, Goran Bregovic risiede a Parigi, ma ha vissuto anche a Napoli, suonava nei locali di striptease, fondatore del gruppo rock più celebre ai tempi della Jugoslavia, i Bijelo Dugme, autore delle musiche per i più bei film di Emir Kusturica, giramondo ed estimatore della cultura zigana, figlio di padre cattolico e madre ortodossa, coniugato ad una donna musulmana. La storia della sua città, Sarajevo, è incisa sul pentagramma. Lì, dove convivono muazzin, campanili e sinagoghe, abbiamo assistito ad una delle atrocità del secolo breve, un assedio che ha ferito le coscienze, una guerra che appariva interminabile fino al 1996.

Dopo 20 anni Goran Bregovic scrive, da quella terra violata, tre lettere a un cattolico, a un ebreo, a un musulmano, con la certezza che la convivenza è possibile, che il dialogo è credibile, che dipende dall’uomo la coesistenza pacifica. Cinque anni dopo l’album Champagne for Gypsies, torna con questo disco per tre violini solisti, orchestra sinfonica e la Goran Bregovic Wedding and Funeral Orchestra: c’è un prologo, c’è la guerra e poi ci sono tre lettere, simbolicamente interpretate da tre assoli di violino, quelli di Mirjana Neskovic (Serbia), Zied Zouari (Tunisia), Gershon Leizerson (Israele).

«Il violino nell’album è suonato in tre modi diversi: classico, così come lo suonano i cristiani, klezmer secondo la tradizione ebraica, che è una tecnica piuttosto differente, e infine all’orientale, come lo suonano i musulmani», racconta Bregovic.

A Lecce saranno 19 musicisti tra fiati, voci bulgare, percussioni, un coro di voci maschili e un quartetto d’archi, Ivana Matejic, Bojana Jovanovic Jotic, Sasa Mirkovic, Tatjana Jovanovic Mirkovic. Ma gli album sono due. Al Politeama Greco di Lecce ascolteremo il primo che contiene le canzoni, alle quali collaborano artisti ebrei, cristiani, musulmani, l’israeliano Asaf Avidan, l’algerino Rachid Taha, la spagnola Bebe. Nelle Tre lettere da Sarajevo volume 2, in uscita nel 2018, ci sarà il concerto intero per tre violini e orchestra sinfonica.

E se la musica può davvero gettare un ponte tra il finito e l’infinito, anche il mare può essere uno specchio in cui trovare il riflesso dell’altro.



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