Il piccolo paese a pochi passi da Lecce ha fatto da palcoscenico ad uno degli appuntamenti più attesi dell’inverno salentino. Il fuoco della pira in onore di Sant'Antonio Abate e realizzata per l’occasione da Hidetoshi Nagasawa ha illuminato migliaia di presenti in piazza Tito Schipa
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Anche quest’anno come ogni anno da secoli. Sta proprio qui, forse, la magia della Focara di Novoli, evento clou dell’inverno salentino, rito atavico, millenario e propiziatorio che non solo ha assunto, negli anni, un grande significato culturale, ma costituisce un valore aggiunto per tutto il territorio. In realtà, la notorietà del “fuoco buono” più grande del mondo, che come di consueto illumina e riscalda la notte del 16 gennaio, ha superato i confini del piccolo paesino con poco più di novemila anime a 13 km da Lecce, diventando sempre più nazionale, sempre più cosmopolita. Lo dimostrano i numeri, le presenze dei tanti devoti o semplici curiosi che da ogni dove animano i piedi dell’imponente pira, sapientemente costruita con tecniche gelosamente tramandate di padre in figlio, di generazione in generazione. Sta proprio qui, forse, il segreto del successo dalla grande festa in onore di Sant’Antonio Abate: saper promuovere il territorio facendo leva sull’identità di una terra capace di catturare dal passato gli strumenti per costruire il futuro.
In migliaia, infatti, si sono mossi per non perdersi nemmeno un attimo di questo magico rituale pluricentenario. E la magia infatti c’è stata, nelle fiamme divampate verso il cielo e nei volti delle persone che naso all’insù hanno condiviso quel momento unico. Ridimensionata forse, come commentano molti sui social network, ma c'è stata, ancora una volta
Lo spettacolo nello spettacolo non è di certo finito all’alba. Anche oggi il ricco calendario prevede appuntamenti imperdibili musicali e non.
