“La Mite: in morte di Antonia Baccelli”, vittima e carnefice salvata dal teatro

Lo scorso fine settimana è stato messo in scena per la prima volta lo spettacolo di Asfalto Teatro, presso la nuova sede in Via Birago, 60.

Parla Antonia dall’Oltretomba per dare testimonianza della sua storia, racconta la sua vicenda perchè non venga dimenticata. Parla da morta, da suicida, nel suo vestito nero, gli occhi di brace piantati nel viso incorniciato dai capelli lunghissimi. Parla attraverso la voce dell’attrice Beatrice Perrone, protagonista de “La mite: in morte di Antonia Baccelli”, una produzione di Asfalto Teatro – la regia è di Aldo Augieri, autore del testo insieme a Viviana Indraccolo e Antonia Sansonetti; la scenografia è di Daniele Sciolti e la cura del suono di Emanuele Augieri.

Ispirandosi al racconto “La mite” di Dostoevskj, Aldo Augieri mette in scena la storia di Antonia Baccelli, donna abusata che trova la salvezza nel teatro.

È ancora una bambina Antonia, quando il padre le si infila nel letto, è ancora una bambina senza forme.

Un’infanzia dolorosa circondata da un muto velo di ipocrisia. Uno spiraglio di luce nell’orrore è l’accostarsi al “Macbeth” di Shakespeare. Una rivoluzione. Antonia apprende che Lady Macbeth le somiglia, se ne convincerà a tal punto che, dopo aver deciso di intraprendere la carriera attoriale, il suo solo e unico ruolo sulla scena sarà quello di Lady Macbeth.

Il teatro la rende libera, la scena le salva la vita, quella vita calpestata, macchiata, violentata. Quella corona immaginaria, di cui sente il peso sulla testa, le scalda il cuore, le dona salvezza, sarà più sicura della protezione che gli uomini che incontra nel suo cammino non sanno darle. Non sa dargliela il marito Massimo, non sa dargliela l’amante Fabio. Ossessionata dai suoi fantasmi, dai suoi fetori, Antonia da agnello innocente si fa carnefice spietata, a volte furiosa, a volte disperata, perseguitata da ombre del passato che non le concedono pace e la scaraventano nel precipizio della follia. Prima vittima, poi assassina, Antonia finirà i suoi giorni in una clinica psichiatrica. Ma qui, finalmente, la serenità. Mano nella mano con l’ultimo uomo della sua vita, Angelo – che sul palcoscenico ha il volto dell’attore Biagio Mariano – salterà nel vuoto.

Dall’Inferno, poi, racconterà la sua storia a chi vorrà ascoltarla, agli spettatori che osservano questa Lady Macbeth prima offesa, ferita, poi riscattata dalla scena e dalla morte.



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