‘Mare aperto’, la voglia infinita di perdersi come pesci nell’acqua. I versi di Emanuela Rizzo

I versi di Emanuela Rizzo emergono in chiaroscuro da un’immagine del suo Salento, terra che evoca lo sferragliare delle emozioni.

Il nostro oscillare quotidiano tra la necessità di mettere radici come piante in un vaso e il bisogno di librarsi nel cielo come uccelli o disperdersi nel mare immenso come pesci. È forse tutta qui la vita, nello spazio disegnato dal pendolo del tempo che passa senza sosta. I versi di Emanuela Rizzo come sempre emergono in chiaroscuro da un’immagine del suo Salento, terra che evoca lo sferragliare delle emozioni. Nello scatto di Ada Colazzo, in quel di Rivabella, la suggestione di uno squarcio di luce che si apre nel cielo, in profondità, quasi a segnare una riconciliazione tra forze che spingono in direzione opposta per trovare così, finalmente, un attimo di pace, di quiete.

Mare aperto

Navigo senza
voltarmi
in mare aperto.
Ho anch’io
forse
una stella cometa.
Di mille albe
ognuna
è sacra,
nonostante il cielo
se lo contendano
i piumati
di sempre.
Io di questa terra
sono straniera,
temporaneo
è il mio passaggio.
Eppure pianto
radici
in ogni vaso
per radicarmi
all’esistenza
e il mio mare
è aperto
come un cielo
d’estate e
spero che
un giorno
tutti possano
navigare
in un mare aperto.



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