Mi chiamo Eva. Il libro di Paolo Maci dalla parte delle donne

Presentato nel Teatro Comunale di Novoli, nell?ambito di uno spettacolo di musica e cultura, il nuovo libro dell’avvocato Paolo Maci, che racconta le storie di 5 donne che hanno subito violenza da parte di alcuni uomini. Al centro il ruolo sociale dell?avvocato.

La scena si apre con la musica e l’interpretazione canora di un brano tra i più belli della musica leggera italiana di tutti i tempi “Quello che le donne non dicono” di Fiorella Mannoia, poi, sfumata la coreografia di due giovani ballerine, la voce di un’attrice porta alle orecchie attente del numeroso pubblico presente la vicenda drammatica di Alena, una donna che ha lasciato la Polonia per venire a lavorare in Italia, nel sud dell’Italia.

Quella di Alena è la prima dura prova a cui sottopone il lettore l’avvocato salentino Paolo Maci, raffinato giurista che ha scelto di raccontare il punto di vista del difensore che in un’aula di tribunale è impegnato a chiedere e a pretendere giustizia per le sue clienti vittime di torti indicibili.

C’è Miriam che deve fare i conti con un marito che si droga, Giorgia alle prese con la sorpresa terrificante di un uomo che da affettuoso compagno si trasforma in crudele carnefice, o Sonia vittima di stalking, perseguitata da un personaggio da barzelletta, e infine Karen, straordinario esempio di femminilità, spinta dal suo uomo ad una deriva di sesso, prostituzione, denaro e sfruttamento. Insomma tutta la letteratura del caso che Maci ha raccontato con dovizia di particolari e con dettagli a volte inquietanti.

Sul palco due sedie per un’intervista molto apprezzata, mentre altri brani del libro vengono letti al pubblico da diverse interpreti. Maci ha risposto alle domande di Marco Renna che per l’occasione ha usato una metafora nuova, quella del demone, utile a spiegare la violenza di cui talvolta si fanno interpreti crudeli alcuni uomini nei confronti delle donne. Un demone che può essere evocato dall’uso di droghe o alcol, o semplicemente da paure, egoismi, stati alterati di coscienza e personalità deviate. Un demone che può essere scacciato solo attraverso un esorcismo collettivo, dove la comunità trova il coraggio di opporsi, di dire no, di denunciare il male. E’ stato un avvocato il ministro sacro di questo rito di liberazione. Almeno questa volta.



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