Blu e verde sono i colori delle tele di Leonardo Viola. Gli spazi aperti, gli infiniti che si spalancano offrendosi allo sguardo nel confondersi tra cielo e mare, tra cielo e terra.
Il mare è quello della Puglia, luogo in cui Leonardo Viola è nato. Originario di San Giovanni Rotondo, ha viaggiato molto da artista e da giornalista ma la Puglia è sempre rimasta nei suoi occhi, i suoi colori impressi nei suoi dipinti. I lavori di Viola saranno esposti al pubblico fino al 6 gennaio a Lecce, presso la storica Società Operaia Galleria Maccagnani in Corso Vittorio Emanuele II, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 22.30.
Sono uomini, nature morte e paesaggi i soggetti delle opere di Viola, nelle quali tratti contemporanei e classici si incontrano. Ultimo approdo della sua espressività artistica sono delle sculture lignee su acrilici, simbolo dell’unione tra la resistenza e la plasticità della materia.
I cieli di Viola, le onde del suo mare, le sue distese di verde sono paesaggi dell’anima, estensione dello sguardo verso frammenti di esistenza, ritorno ad un ricordo lontano. Guardare un dipinto di Viola è come tornare a casa. E’ come soffermarsi su un paesaggio familiare, qualcosa di già visto, che infonde un calore nel petto. E’ come tornare in un luogo che ci ha fatti felici, che ci ha fatti stare bene, che ci ha fatti sentire protetti.
Il mare è questo mare, il mare pugliese della sua infanzia, che non resta racchiuso nella cornice della tela ma è “un mare che inonda, che ingloba e che poi ‘scarica’ la sua vivacità al di là dei vincoli architettonici”.
Sono i quadri della solitudine i quadri di Viola, di quella solitudine che l’uomo può avvertire di fronte all’immensità della natura, alla forza degli elementi fisici, alla loro bellezza. Solo, con gli occhi sgranati e la bocca spalancata, forse impotente, forse smarrito. Ma è quello smarrimento che consente di ritrovarsi, quel mare in tempesta il cui odore ci entra nelle narici, ci scuote, ci rigenera, ci permette di riscoprire noi stessi, giù nel profondo.
I soggetti di Viola sono primordiali, primari, originari, universali e allo stesso tempo così personali, identitari, caratterizzanti. Dalla fisicità della natura si passa all’astratto del pensiero, si parte dall’universale per arrivare all’intimo, l’ambiente naturale diventa luogo degli affetti, riscoperta di se stessi attraverso lo stupore.
