Il Museo Castromediano di Lecce tra i partner del progetto internazionale d’arte contemporanea Flu水o

Il contenitore culturale leccese parteciperà come cultural partner dell’iniziativa che sarà presentata il 25 e il 26 novembre negli spazi di Pirelli Hangar Bicocca a Milano.

Il Museo Castromediano parteciperà, come cultural partner, al progetto internazionale d’arte contemporanea Fluo, prodotta da Arthube che sarà presentato il 25 e il 26 novembre negli spazi di Pirelli Hangar Bicocca a Milano.

Il progetto affronta temi brucianti nel rapporto fra epoche e culture distanti e produce inedite contaminazioni tra discipline e medium diversi: opera lirica contemporanea e performance, installazioni e danza, film e workshop.

Tema centrale di questo progetto è l’acqua, elemento indispensabile alla vita e sostanza di immensa forza poetica che può̀ essere al tempo stesso luogo di morte e annullamento, cuore di istanze sociali, politiche e antropologiche di stringente attualità̀.

Sono tematiche affini alle riflessioni che si stanno portando avanti nel Museo Castromediano, soprattutto da quando è stata allestita la sezione Paesaggi del mare all’interno della collezione archeologica.

Il Museo Castromediano partecipa grazie alla stretta collaborazione con l’artista Rossella Biscotti, che vive e lavora tra Amsterdam e Bruxelles, ma originaria della Puglia, importante asse culturale di Flu水o, sede anche di Ramdom partner di progetto.

Nel corso della sua carriera si è confrontata con la storia presente e passata, esplorando il valore collettivo di eventi a volte drammatici, ma sempre densi di significato. I suoi lavori spaziano tra installazione, scultura, performance, opere sonore e filmmaking. Frutto di capillari processi di ricerca, incontri personali, collaborazioni interdisciplinari e interrogazioni di luoghi e storie, le sue opere racchiudono meticolose stratificazioni di materiali e significati e scavano in profondità nella storia d’Italia, dall’antichità agli anni di piombo. L’artista, che ha realizzato l’installazione con Attila Faravelli – si è avvalsa della consulenza scientifica dell’archeologa del museo, Annalucia Tempesta, individuando una serie di anfore antiche.

L’installazione Amphoricè infatti composta da una serie di anfore antiche recuperate da vari scavi archeologici marini (il prestito è stato naturalmente autorizzato dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto),la cui risonanza è amplificata attraverso dei microfoni posti al loro interno, e una performance in cui si sovrappongono e si mescoliamo registrazioni realizzate sulle coste di Malta e nel mare Mediterraneo centrale a bordo della nave mercantile Diligence durante la performance The Journey(20-23 maggio 2021).

Queste anfore, che giacevano sul fondo del mare da 2000 anni, sono composte da una complessa sedimentazione di conchiglie, calcare e sale: in un certo senso, il mare ha contribuito alla loro realizzazione tanto quanto gli artigiani che le hanno originariamente formate in argilla.



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