Al via la stagione lirica “Opera in Puglia”, al Politeama Greco di Lecce si replica con “Carmen”

Dopo il primo successo, si replica oggi con “Carnen”, prima opera di “Opera in Puglia” 2019, al Politeama greco di Lecce alle ore 18:00.

Grande successo per il primo titolo della stagione lirica «Opera in Puglia» 2019 “Carmen”, andata in scena ieri sera al Politeama Greco di Lecce. Si replica oggi alle ore 18. Una nuova produzione targata OLES, Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento OLES, per la regia di Giandomenico Vaccari, coreografie di Elisa Barucchieri, le scenografie sono di Pier Paolo Bisleri con immagini multimediali di Leandro Summo.

La storia del capolavoro di Bizet, commissionata dall’Opera Comique di Parigi è nota: una storia di amore, di passione e di gelosia che finisce con la morte di Carmén che, dopo aver sedotto Josè, lo abbandona per seguire Escamillo. C’è un’altra donna, Micaela, che vorrebbe diventare la moglie di Josè, anche per volere della madre di lui che sta per morire. Alla fine della storia Carmen e Josè si incontrano a Siviglia, ma la donna non vuole seguire Josè e lui la pugnala uccidendola.

Il libretto fu scritto da Henri Meilhac e Ludovic Halévy e il debutto a Parigi il 3 marzo 1875 al Théâtre national de l’Opéra-Comique fu un fiasco, non certo per la qualità altissima della tessitura musicale, ma per la scabrosità dei temi trattati senza filtro alcuno: e Eros e Tànatos sono sempre stati due facce opposte dell’altalena umana, non è certo una novità, ma in Carmen assumono i contorni netti di una storia vera, acquisiscono la veridicità dell’accaduto senza catarsi.

Il progetto drammaturgico portato in scena in questa edizione si ispira al libro dello psichiatra italiano Franco Fornari Carmen Adorata. Psicoanalisi della donna demoniaca ed è costruito sulla ineluttabile diversità fra universi maschili e quelli femminili, fra visioni incompatibili dell’amore e della violenza”, si legge nelle note di regia di Giandomenico Vaccari.

Da questa premessa lo spettacolo è costruito con un’architettura che relaziona interno (realismo narrativo) ad esterno (dialogo interiore), un binomio riflesso nella scenografia dove immagini reali, come quelle di Plaza de Toros, si avvicendano ad altre simboliche o legate alla sfera dell’inconscio (cavalli, gabbiani, occhi). Il travaso visivo da una dimensione all’altra non sempre risulta di facile lettura, sebbene il libretto chiarisca coerentemente le scelte innovative che forse meritavano maggiore coraggio concettuale.

Debutto a Lecce nel ruolo di Carmen il mezzosoprano Annunziata Vestri, dalla voce drammatica, potente e ricca nei volumi, ben armonizzati ad un timbro a tratti androgino che ben si raccorda con l’esprit moqueur, enfatizzato da prorompente fisicità.

La Vestri ha interpretato con abilità attoriale tale da mescolare la sensualità del personaggio alla fragilità della sua anima. Rubens Pelizzari ha rivestito i panni di Don José, risultando protagonista dello spazio scenico, con un fraseggio sciolto e completo, voce calda e con mobilità tonali.

Il baritono Stefan Ignat, nei panni di Escamillo, pur vestendo il ruolo con energia, ha avuto qualche flessione interpretativa. Applausi senza riserve per il soprano lirico brindisino Angela Nisi (già Musetta ne “La bohème” della scorsa edizione di Opera in Puglia e nel concerto sinfonico del Festival “Notti sacre” di Bari con la OLES). Voce plastica, capace di spingere dalle note più drammatiche alle note più alte, ha messo d’accordo tutto il pubblico per le sue specifità canore di grande livello.

Memorabile il quintetto nel secondo Atto tra Giuseppe Esposito (Dancairo), Andrea Schifaudo (Remendado), Antonella Colaianni (Mercedes), Alessia Thaïs Berardi (Frasquita). Adeguati al ruolo Luca Bruno (Moralès), Federico Benetti (Zuniga).

Sul podio il maestro Jacopo Sipari ha diretto la compagine orchestrale con maestria raggiungendo nell’ Entr’acte al terzo Atto una vetta musicale straordinaria, rallentando il movimento in perfetta sintonia con la malinconia struggente della trama. Il Coro e il Coro di voci bianche “Opera in Puglia” sono stati diretti rispettivamente da Emanuela Aymone e Luigi Mazzotta, oltre che da Vincenza Baglivo.

Un cadeau nel libretto congeda gli spettatori con le parole di Rilke, tratte da Lettere a un giovane poeta del 1905, “Questo progresso trasformerà l’esperienza dell’amore […] E questo più umano amore somiglierà a quello che noi faticosamente prepariamo, all’amore che in questo consiste, che due solitudini si custodiscano, delimitino e salutino a vicenda” una speranza per ritrovare l’amore come relazione tra essere umano ed essere umano, non più una guerra tra maschio e femmina.

Si replica oggi alle ore 18.00 con Gloria Giurgola nel ruolo di Frasquita.

(Foto di Claudio Longo)