‘A voce bassa. Parole erranti in cerca d’ascolto’, Milella pubblica la raccolta di versi di Antonio Pellegrino

Antonio Pellegrino, noto avvocato leccese con un passato da politico e da amministratore della città, ha sentito la necessità di fermare sulla carta i rumori di sottofondo dell’anima.

Altro che gran signore, il tempo è proprio una brutta bestia! Soprattutto quando passa, soprattutto quando corre veloce, troppo veloce. Alla soglia degli ‘anta’ (quali ‘anta’ non è dato nè saperlo nè dirlo), Antonio Pellegrino, noto avvocato leccese con un passato da politico e da amministratore della città, ha sentito la necessità di fermare sulla carta i rumori di sottofondo dell’anima. Ne è uscita una raccolta di versi pubblicata da Milella Edizioni. Come non considerare del resto ‘A voce bassa. Parole erranti in cerca d’ascolto‘ se non come un viaggio nel tempo. Un viaggio a ritroso o forse no. Un viaggio in quelle promesse che da lontano sembravano dei puntini incollati sulla linea dell’orizzonte. Promesse a volte mantenute, a volte tradite, a volte smarrite, messe fuori fuoco dai cambiamenti sopraggiunti. Maledetti cambiamenti che hanno disfatto valigie già pronte per viaggi lontani.

I sogni sono come le nuvole/svaniscono come un colpo di vento/Tu vorresti raggiungerli/ma non puoi farti sogno/nè puoi farti vento.

Eppure Pellegrino non perde mai la sua ironia, una sorta di lama tagliente che utilizza per difendersi dallo stratificarsi degli eventi. Chi lo ha conosciuto deciso e fermo, nella professione e nella politica, ancorato a principi inossidabili a cui sacrificare incarichi e occasioni a buon mercato, lo ritrova oggi senza scudo e senza lancia. La corazza dismessa, lasciata o lanciata sul pavimento. Si lascia attraversare dal vento dei ricordi, si lascia intenerire dai riflessi degli anniversari, si lascia incantare dai ritmi silenziati di musiche di sottofondo.

Avido come ferro la ruggine/è il vizio di te/assalitore improvviso/fata Morgana dei deserti agli assetati/falena ammaliata che brucia/alla fiamma/rintocco di campana che non permette sonno/acqua di fiume/ che solo una volta bagna.

Non ha più fretta, Pellegrino. Ha scelto di mettersi in gioco, stavolta. Non ha rifiutato il vaccino contro l’intransigenza e il cinismo e alla roulette dei giorni che incalzano ha puntato tutto sulla disponibilità. La disponibilità a se stesso. Una disponibilità totale e assoluta verso di sè, quasi a volersi riprendere il tempo sacrificato, perduto, stressato, non considerato.

Un esercizio, questa raccolta di poesie. Una faticosa salita di scale con un sorriso beffardo che trova il lettore proteso all’ascolto. Ansioso di sentire parole erranti volutamente pronunciate sottovoce.



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