Serata a teatro? Lo spettacolo è in carcere, undici detenuti porteranno in scena “La strada”

L’appuntamento è per venerdì 28 settembre, ore 15.00, presso la Casa Circondariale “Borgo San Nicola”. La direzione artistica e la regia saranno a cura di Giorgia Maddamma e l’organizzazione di Sara Bizzoca.

L’Istituto Penitenziario “Borgo San Nicola” è pronto a ospitare quanti vorranno assistere ad uno spettacolo teatrale a cura di Koreoproject con la direzione artistica e la regia di Giorgia Maddamma e l’organizzazione di Sara Bizzoca.

Venerdì 28 settembre, ore 15.00, saranno sul palco undici detenuti e con loro anche il contrabbassista Marco Bardoscia, i danzatori Charlotte Virgile, Simone Wolant e Giorgio Mogavero.

Un momento importante, frutto di un lavoro in cui si è cercato di dar loro un nuovo vocabolario per descrivere il proprio universo interiore.

“La strada e i percorsi che si presentano dinanzi a noi sono costruiti sulla base delle scelte che compiamo e,a seconda dei momenti e dei luoghi in cui siamo vissuti, viviamo e vivremo”, sottolinea Giorgia Maddamma.

“Durante le prove abbiamo avuto modo di parlare a lungo con i detenuti e abbiamo ricercato e scoperto un bisogno di raccontare se stessi e le proprie esperienze. In questa nuova proposta di laboratorio-spettacolo vogliamo continuare e approfondire la ricerca del sé, provocando, scavando, solleticando la memoria, scorticando le cortecce e smantellando le difese esteriori per raggiungere la verità di ciò che loro vorranno esprimere nel contenitore magico della scatola teatrale”.

Il teatro in carcere si è sviluppato negli ultimi trent’anni, in Italia, diventando una delle metodologie formative presenti negli istituti penitenziari e proprio la formazione, dunque, ha l’obiettivo non solo di offrire ai detenuti le possibilità mancate che li avrebbero condotti a compiere altre scelte di vita, ma di facilitare interventi di progettazione educativa passando dalla funzione compensatoria della detenzione, alla visione del carcere come ambiente di apprendimento ai fini del reinserimento sociale.

Il teatro insegna che la realtà è una dimensione interpretata e interpretabile, che tanti possono essere i punti di vista, così come i modi di costruirla, nell’arte e nella vita. Agisce sull’individuo insegnandogli a prendere coscienza di sé in relazione agli altri e ai contesti, fa apprendere come controllare e canalizzare le emozioni, e come provare a fluttuare fra le varie percezioni di se stesso.

Sono queste le iniziative che devono permanere nonostante le tante e gravi difficoltà che il sistema carcerario attraversa e che rappresenta per i detenuti una opportunità di crescita culturale e per i cittadini un’occasione per conoscere da più vicino la realtà della reclusione.

Serena Pacella Coluccia



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