A teatro contro la discriminazione, al Paisiello di Lecce va in scena “Invisibili

Il dramma dei viaggi di migrazione in uno spettacolo di “Erasmus Theatre”, portato in scena da Mohamed Ba attore e artista senegalese da 20 anni in Italia.

“In pochi a nuoto arrivammo qui sulle vostre spiagge. Ma che razza di uomini è questa? Quale patria permette un costume così barbaro, che ci nega perfino l’ospitalità della sabbia?”.

Questi versi di Virgilio, dal primo libro dell’Eneide, non potrebbero, oggi, suonare più veritieri. In questi versi ritroviamo le navi cariche di migranti che per giorni restano in balia del mare senza possibilità di approdo, ritroviamo la necessità che li induce a lasciare la propria terra alla ricerca di una vita migliore.

Di questo ha parlato Mohamed Ba. Mohamed, attore e artista senegalese da 20 anni in Italia, è il protagonista dello spettacolo teatrale “Invisibili”, messo in scena ieri sera, da “Erasmus Theatre”, al teatro “Paisiello” di Lecce.

“Invisibili” è un invito a non chiudere gli occhi, a non volgere lo sguardo, a non restare indifferenti, a rifiutare ogni forma di discriminazione. È un viaggio nella memoria delle atrocità del passato, a partire dai 300 anni di schiavitù dei neri fino all’Olocausto e alla guerra siro-palestinese. La voce narrante è sempre la stessa. Quella di Mohamed; Mohamed viene dal Senegal, luogo in cui non esiste la parola “straniero”, ma chi viene da lontano viene chiamato “ospite”.

Ci racconta tante storie, una dietro l’altra, contro il razzismo, nelle vesti di più personaggi: Mohamed è un bimbo palestinese a cui piace guardare la luna e che un giorno vede erigersi un muro davanti alla sua finestra, un muro che uccide la sua idea di bello e la sua speranza. È un ragazzino che, in Senegal, fa 12 km al giorno per andare a scuola, è un ragazzo che parte per Parigi, sognando l’Occidente e lo trova ancora più strano di quanto lo avesse immaginato, ed è del tutto sbalordito quando, nella metro, una ragazza e un ragazzo si baciano indisturbati in pubblico: lui non ha mai visto suo padre abbracciare sua madre.

Mohamed è un migrante che affronta un tremendo viaggio in mare, che si trasforma in incubo quando lui e i suoi compagni restano per giorni su quella nave, senza cibo e la debolezza è tale da non riuscire a tenere gli occhi aperti; vede i morti che aumentano giorno dopo giorno venire gettati in mare e vede una madre che non vuole staccarsi dalla sua bambina, ormai morta da giorni, perché convinta che sia viva e che ancora le canta una nenia per farla addormentare.

Mohamed è un ragazzo che sogna l’Occidente e sogna l’Italia. L’Italia delle possibilità, l’Italia delle opportunità. Un’Italia che non può dargli subito quello che cerca ma che è il simbolo della speranza. Mohamed è sul palco nei panni di custode della tradizione africana e rinnovatore che canta le contraddizioni della storia,le speranze e i dolori delle comunità africane nell’affrontare il dramma dei viaggi di migrazione. E, alla fine dello spettacolo, nei panni di un Cristo crocefisso, urla agli spettatori i comandamenti dell’amore e dell’accoglienza, ricordando loro che accogliere non nuocea nessuno e che le differenze culturali sono la bellezza dell’umanità.



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