Quello raccontato da Marcello Buttazzo, poeta salentino originario di Lequile, in “Il cielo degli azzurri destini” è un animo che si specchia nella natura e negli occhi dell’altro: “Guardai/nel tuo cielo,/il cielo degli azzurri destini,/per ritrovare tracce di me”. Nel tuo cielo. Un cielo che forse è sguardo, forse è voce, forse è mano che si leva a carezzare un volto, ma ha un qualcosa di umano che si manifesta anche solo nella parola “destini” del terzo verso, che è forse la parola più umana che possa esistere: è solo dell’uomo il destino, è stato l’uomo a inventarlo, a inventarne il senso e la parola, la cecità e la dolcezza e la crudeltà.
E poi le “tracce” di sé che si vanno a cercare sono riflessi che di sé, si vanno a cercare nell’altro, scavando nei cieli altrui per ritrovare il proprio, in un esercizio di pazienza per tenere viva una speranza. Nelle poesie di Buttazzo troviamo gli affetti familiari e i valori ancestrali della natura, una Madre che la terra la calpesta, – “la terra che vivesti” – ma che è, anche, la terra, di terra è il suo corpo, forti sono le sue mani, è una madre che nutre e che accoglie e insegna.
L’incontro con Marcello Buttazzo si terrà il 31 agosto alle ore 18.30 a Lecce in Agriludoterra e sarà l’ultimo appuntamento di agosto della rassegna “Una Carriola di Libri. Dialoghi sotto il Carrubo“, a cura di Pollicini Verdi AgriLudo Terra. Dialogherà con il poeta Stefano Donno.
“Il cielo degli azzurri destini” è un “mestiere di vivere” alla ricerca di un senso, di una vertigine, di uno sprofondamento nei destini degli altri al fine di riconoscere il proprio.
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