“Santo Sud”!, a Palazzo De Donno a Cursi la mostra di Letizia Di Seclì

L’esposizione prenderà il via oggi e si concluderà il 16 di agosto e racconta gli angoli del Salento più remoto vere e proprie tracce di storia

Prenderà il via oggi si concluderà il 16 agosto, presso Palazzo De Donno a Cursi, in Piazza Pio XII, la mostra fotografica “SantoSud”!, di Letizia Di Seclì.

Un’esposizione che racconta gli angoli del Salento più remoto, quelli che nella fretta di ogni giorno non si è più abituati a vedere o che si danno per scontati, ma che sono tracce della storia e delle tradizioni del territorio.

L’artista che ama la poesia e la fotografia e “abita poeticamente il mondo” così racconta l’iniziativa: «“SantoSud!” raccoglie istanti di quel che resta di vicoli, porte, botteghe, sguardi e mani. Quel che resta di un passato che caparbiamente resiste, sfida le leggi del tempo e chiede di essere salvato dall’oblìo. Quel passato da cui potremmo tessere utopie del presente e futuri mondi possibili in cui l’uomo e il mondo potrebbero parlare ancora umano e sentirsi un po’ più umani.

Un “tràsi” sull’uscio di una porta – prosegue – un pezzo di pane del giorno precedente da condividere, una panchina sospesa nel tempo spettatrice di storie e relazioni, è tutto ciò di cui abbiamo bisogno in una società che si considera moderna in nome dello sviluppo senza progresso e dell’individualismo. Non si ascolta più, non si osserva più, non si assapora più il ritmo della lentezza, dell’autenticità, della quotidianità delle piccole cose, non si posano più gli occhi e il cuore su tutto ciò che ha ancora occhi e cuore.

Aggrapparsi ai paesi, alle sue persone, alle sue case, alle sue porte dalla voce scricchiolante, alle sue pareti, che, nude, mostrano strati della loro “pelle”, alla sua polvere che accompagna nella solitudine santi e madonne, significa ascoltare, comprendere, decifrare segni e tracce di ciò che resta di noi, di ciò che siamo stati, siamo e potremo essere.

Santo Sud! – conclude – invoca i santi rimasti e i santi partiti, i radicati e gli sdradicati. Santo Sud! è preghiera e maledizione. È la preghiera invocata da chi, lontano dalla propria terra, progetta “ritorni anche soltanto sognati”.

È la maledizione di chi resta e restando lamenta che “c’è troppa pace al Sud e poi c’è troppo Sud e basta”, “SantoSud! è Antonio, che a 86 anni non smette di lavorare in bottega perché è tutta la sua vita, è Rosa, che aspetta tutto il giorno la telefonata della figlia, è Vito che, al Bar dello Sport, gioca a carte la solitudine e i suoi ricordi, è Maria, studentessa di biologia, che a Milano sogna la piazza assolata del suo paese.

È urgenza, emergenza, è il mondo in cui vorrei abitare».



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