Sinodo dei Giovani: la Chiesa di Lecce incontra il regista Alessandro Valenti

Durante uno degli appuntamenti del Sinodo dei Giovani, la Chiesa di Lecce ha incontrato al Cineteatro Antoniano di Fulgenzio il regista Alessandro Valenti, vincitore della 73esima Mostra del Cinema di Venezia (sezione migranti) grazie al cortometraggio ‘Babbo Natale’.

I resti di una barca resa ormai impraticabile dalla potenza del mare. Una boa, delle reti da pesca. E poi ancora la lanterna per far luce quando fuori è buio, una coperta ed una bandiera danneggiata dal vento. Tanti oggetti che ben lasciano intendere cosa sia potuto accadere. Del resto, nel Salento risulta un fenomeno abbastanza frequente quello degli sbarchi. Esseri umani con un lavoro, una casa e una famiglia che, davanti alle guerre nei loro paesi d’origine, scelgono di abbandonare la quotidianità cercando un futuro di pace in altre nazioni. Eppure, in mezzo ai resti d’un episodio piuttosto drammatico, a cogliere maggiormente l’attenzione del pubblico, ieri sera, è stato un ramoscello d’ulivo. Quasi a voler simboleggiare la pace tra i popoli; come se volesse comunicare quanto, in fondo, davanti ad una vita che sta per svanire tra le onde marine il tentativo di salvarla non guarda colore delle pelle, nazionalità, lingua parlata. Esiste solo la persona. Ebbene, questa scenografia (ideata da Daniele De Paola) ha aperto l’incontro tenutosi presso il Cineteatro Antoniano di Fulgenzio e organizzato dal Sinodo dei Giovani della Chiesa di Lecce.

Tratta da una storia vera, la vicenda è stata utile per introdurre la visione del cortometraggio “Babbo Natale” del regista Alessandro Valentivincitore della 73esima Mostra del Cinema di Venezia (sezione migranti). La vittoria di questo progetto, però, non va inquadrata solo nel valore intrinseco dell’opera cinematografica. A trionfare è stato un concetto, ossia coinvolgere le persone in difficoltà. A spiegarlo nei dettagli ai ragazzi appartenenti alla Diocesi leccese, l’autore Alessandro: “Nel caso nostro ad esempio, c’erano due ragazzi sbarcati da poco. Uno di loro, regista di professione, dovette fuggire dalla Nigeria per problemi politici. Lui si è occupato del backstage. Abbiamo lavorato con loro, dando compiti che sapevano già eseguire. Il ringraziamento è stato emozionante. Una pratica dell’inclusione di cui vado molto orgoglioso”.

“Per me questo lavoro è un sogno che si realizza – ha riferito Alessandro Valenti sul palco, presente assieme agli attori del corto ed in compagnia dell’Arcivescovo Domenico D’Ambrosio nel conforonto moderato da Mauro Spedicati – e nasce grazie all’esperienza di volontariato avuta assieme a Stefania Gualtieri e Padre Mario presso la Comunità Emmanuel, in Casa Francesco. Ricordo che nel periodo in cui insegnavo italiano ai ragazzi richiedenti asilo, a Novoli, entrai dentro una chiesa. Ad un certo punto, il cuore cominciò a battermi talmente tanto forte che non riuscivo a capire da dove provenisse tanta gioia. Poi lo capii. Una sensazione trovata nel rapporto con l’altro. Per un’ora e mezzo ho vissuto ciò che bisognerebbe vivere ogni giorno, ovvero mettere al centro Dio e non sé stessi. L’amore verso tutti gli esseri umani, soprattutto i più deboli, va inseguito”.

Oggi il problema dell’immigrazione viene visto come se stessero giungendo dei fantasmi. Lo straniero viene visto nelle vesti di nemico dal quale difendersi. Io penso, invece, che imparare nome e cognome di queste persone ci aiuti a comprendere che anzitutto siamo esseri umani. Legare un’azione alla nazionalità e non alla persona può ferirla. Pensate come debbano sentirsi gli uomini e le donne nigeriane, africane. La scienza ce l’ha detto: non esistono le razze, bensì la razza. Quella umana. “Babbo Natale” parte da qui, cioè poter segnare una breccia dentro il cuore di ognuno, facendo capire che tutto inizia dalla relazione".

“Una soluzione, forse, non ce l’ha nessuno. Eppure qualcosa – prosegue – con piccoli gesti, possiamo farla. Aprire la porta di casa, per esempio. Un gesto semplicissimo che contiene degli elementi rivoluzionari. La rivoluzione dell’amore di cui parla Papa Francesco. È stato un cambiamento radicale nella mia vita. All’inizio ho avuto un po’ di difficoltà, però poi scopri lentamente che non sei tu che stai solo dando qualcosa, ma stai soprattutto ricevendo qualcosa. Siamo collegati, siamo tutti delle persone. A volte penso che Dio abbia bisogno di noi. Siamo abituati solo a chiedere nella preghiera, ma non può essere che possa anche lui possa chiedere qualcosa a me? Magari a compiere il suo progetto? L’altro significa grazia e salvezza”.

“Siamo esposti ogni giorno ad un cambiamento di mentalità. Perché ormai queste persone stanno con noi, vivono con noi”, ha rimarcato Mons. D’Ambrosio. E questo ci obbliga a un gesto inedito, ma tipicamente cristiano: l’accoglienza. Dall’incontro con persone che non conosciamo, con cui facciamo fatica a comunicare per via della lingua, si può comprendere cosa fa Dio. Ci accoglie. È venuto a cercarci. Dio che si china sull’uomo. Da cristiani c’è un cambiamento che facciamo fatica a vivere. Noi veniamo da lui, e lui ci insegna come farci piccoli. “Come dobbiamo porci con i migranti? Come fece Dio con noi. Lui si è fatto uomo, caricato dei nostri peccati, sposando appieno la nostra umanità. Occorre leggere nell’incontro con l’altro il positivo, mai l’accusa o l’emarginazione. Lui non ha mai cacciato nessuno. Questo – conclude – è richiesto soprattutto a noi cristiani”.

Quello di ieri è stato il terzo evento organizzato in itinere al programma del Sinodo. Lo scorso 15 Dicembre ci fu una Lectio Divina guidata da Don Gianni Caliandro, Rettore del Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Molfetta. Gli scorsi 27 e 28 Dicembre, invece, un gruppo di circa cinquanta giovani impegnati ha avuto l’occasione di visitare Matera, alternando momenti di preghiera ad attività specifiche di formazione. Ma non finisce qui. Il prossimo 15 Febbraio, sempre presso il Cineteatro di Fulgenzio, un gruppo teatrale formatosi in seno alle attività sinodali – peraltro coordinato dallo stesso Alessandro Valenti ed un attore di “Babbo Natale”, Andrea Simonetti – porterà in scena uno spettacolo con a tema la fede.

Ricordiamo, inoltre, che sul sito www.diocesilecce.org è possibile consultare la sezione dedicata appositamente al Sinodo dei Giovani, restando così aggiornati. Peraltro, negli articoli correlati, si possono scaricare la scheda ed il manifesto relativi al Sinodo stesso, oltre che una sintesi della ricerca sociologica su famiglia, lavoro, rapporto con i coetanei, consumi culturali, politica, valori, credo religioso.



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