Sul palcoscenico dello splendido teatro intitolato a Giovanni Paisiello, l’omaggio – scritto e recitato da Tiziana Buccarella – a Maria D’Eghien. Uno spettacolo che conquista, con le musiche antiche a cura degli allievi del Conservatorio Tito Schipa ei costumi realizzati dalle alunne dell’Istituto Antonietta De Pace di Lecce, e che racconta con un’attenzione accurata la figura della contessa leccese più amata. Maria D’Enghien – salentina carismatica che rivesti ruoli concreti e innovativi nel Salento e nell’Italia meridionale di fine ‘300 primi ‘400 – è comparsa a Tiziana Buccarella mentre percorreva a ritroso nel tempo il cammino della Storia della nostra terra, attraverso le figure delle donne più importanti che hanno lasciato un segno. Abbiamo incontrato Tiziana Buccarella per parlare dello spettacolo che porterà in scena questa sera, 19 novembre, al Teatro Paisiello di Lecce, ore 20.30.
Tiziana, cosa ti ha conquistata di Maria D’Enghien e perché la scelta di narrare di questa donna?
"Maria D’Enghien è un modello di donna straordinariamente attuale che durante i miei studi, mi è comparsa e mi si è imposta, restandomi accanto con prepotente dolcezza, affinché la ricostruzione delle sue vicende e della sua vita fossero quanto più attendibili e quanto più efficaci a scagionarla dalle colpe attribuitele dai suoi biografi e storici, per lo più uomini.
La mia ambizione è stata quella di dare una lettura differente alla Storia che l’ha condannata per un matrimonio d’interesse. In realtà, gli studi del biografo più accreditato di questa grande Donna, Alessandro Cutolo, consentono d avere una visione più comprensiva della sua vicenda. La scelta non capita, è di fatto, secondo la mia interpretazione, la scelta di una Donna Madre, combattente e combattiva. Ed è stato questo il tratto più emblematico a cui,nel mio spettacolo ,ho voluto dare risalto. Maria D’Enghien, si armò di corazza e spada per difendere Taranto, ma era ostile per sua stessa natura alla guerra e allo spargimento di sangue. Una Donna come Vita, quindi, e non come portatrice di Morte".
Una Donna che tu avvicini a noi e che parla senza vergognarsene il salentino.
"Sì, la scrittura del testo è alternata da locuzioni e frasi in dialetto ed è condita da ironia e a tratti comicità, ma mantiene la solennità e l’autorevolezza che compete al personaggio. Del resto, Maria, la contessa diventata regina, per il suo popolo restò sempre’ la Maria noscia’".
Cos’ha significato per te scrivere di Maria D’Enghien?
"Il percorso di Maria è stato per me molto significativo e direi quasi magico in quanto tutti i tasselli che lo hanno composto sembrava fossero mossi da una mano. Scrivendo il testo, pareva fossi guidata a fare sempre meglio. La ricerca, mi è stata sicuramente facilitata dall’aver avuto, da un amico, dei testi introvabili, come quello degli Editti in latino, che ho inserito in parte nel testo. Uno spettacolo da non perdere, quello di questa sera al Paisiello e che ha già ricevuto notevoli consensi alla prima il 22 Luglio a Torre del Parco, il 16 Agosto scorso al Teatro Romano e il 24 Settembre a Torre Belloluogo".
di Tiziana Protopapa