​Crollano le assunzioni a tempo indeterminato in Puglia, salgono i voucher. I dati nello studio di Confartigianato e Unisalento

Nuovi dati dal mondo del lavoro in Regione Puglia in un report congiunto condotto da Confartigianato e Università del Salento. ‘L’occupazione vera è aumentata solo nel 2015’ spiegano gli esperti. ‘Finiti gli incentivi si è bloccato nuovamente il mercato’.

Arriva il nuovo report sul mondo del lavoro in Puglia. Nell’ultimo studio, condotto congiuntamente dall’Osservatorio Economico di Confartigianato Imprese Lecce, diretto da Davide Stasi, e dall’Università del Salento i dati che emergono parlano chiaro: le assunzioni a tempo indeterminato crollano del 34%, mentre l’utilizzo dei voucher aumenta del 33,2%. ‘Seppur non correlati tra loro – si legge nella nota – questi dati confermano quanto stia diventando sempre più precario il lavoro in Puglia’.
  
In particolare, nei primi otto mesi di quest’anno – da gennaio ad agosto – il numero dei nuovi contratti di lavoro, stipulati in Puglia, è calato dell’8,8%, soprattutto a causa del forte crollo delle assunzioni a tempo indeterminato, che sono diminuite del 34%, 26.707 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno.
 
A ribasso anche i contratti stagionali del 7,2% che passano da 26.474 a 24.569, nonostante, proprio nei mesi di luglio e di agosto, questa tipologia di contratto sia la più utilizzata. Crescono, invece, del 4,3% i contratti a termine e quelli di apprendistato del 39,3%.
 
‘In pratica da gennaio ad agosto – spiega il report – su cento nuovi contratti avviati appena 24 sono a tempo indeterminato, mentre l’anno scorso erano quasi dieci in più. Quelli a termine, invece, sono 62 ogni cento (contro i 55 ogni cento del 2015). Calano le trasformazioni a tempo indeterminato dei contratti a termine del 28,2%. Analogo discorso per le trasformazioni dei contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato, che scendono del 4,1 per cento. Le trasformazioni sono state, in tutto, 11.595, contro le 15.489 del 2015. Pari a una flessione del 25,1%’.
 
In linea con il dato nazionale, ancora, prosegue senza sosta, anche in Puglia, l’utilizzo dei buoni lavoro. Da gennaio ad agosto, sono stati venduti oltre quattro milioni e mezzo di voucher (4.652.023, per la precisione). Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso si registra un’impennata del 33,2%.
 
‘Sono sempre di più, dunque, i lavoratori remunerati attraverso i buoni lavoro – commentano gli esperti. Basti pensare che nel 2008, in Puglia, ne furono «staccati» 2.443, l’anno successivo 24.573, nel 2010 furono 196.432, l’anno dopo 271.620, nel 2012 furono distribuiti 606.146 voucher, l’anno successivo 1.343.660, l’anno dopo ancora 3.014.066 e nel 2015 ben 5.425.961. In costante crescita anche il numero dei lavoratori interessati’.
 
‘Il voucher nasce con motivazioni validissime – spiega Antonio Costa, docente di Economia aziendale all’Università del Salento. Prova ne sia la larga diffusione dello strumento. Ma gli imprenditori e i professionisti che ricorrono al lavoro accessorio devono inviare, almeno 60 minuti prima dell’inizio di ciascuna prestazione, un sms o un messaggio di posta elettronica all’Ispettorato nazionale del lavoro; l’omessa comunicazione da parte del datore di lavoro, prima dell’inizio della prestazione, sarà sanzionata. La novità contenuta nel decreto legislativo 185/2016, correttivo del Jobs Act, è già in vigore. L’abuso che si è fatto negli ultimi tempi – sottolinea ancora il professore – ha spinto il legislatore ad immaginare restrizioni a comportamenti truffaldini. Poteva accadere infatti che il voucher veniva utilizzato per giustificare a posteriori la presenza in azienda di un lavoratore privo di regolare contratto. L’obbligo di comunicare prima dell’inizio della prestazione (luogo, giorno, ora di inizio e fine, dati anagrafici o codice fiscale del lavoratore) inviando un sms o un’e-mail rappresenta senza dubbio – chiosa Costa – un rimedio naturale’.
 
‘In sostanza – prosegue Davide Stasi – l’occupazione, quella vera, è cresciuta, con una certa intensità solo nel 2015, grazie agli incentivi concessi dal Governo, al fine di sostenere il cosiddetto ciclo ovvero una ritrovata propensione delle imprese a stabilizzare la forza lavoro che prima veniva impiegata ricorrendo a tutti gli strumenti della flessibilità. Non appena, però, questi incentivi sono stati ridotti, la tendenza a stipulare contratti a tempo indeterminato si è invertita.
 
Basti pensare che le assunzioni a tempo indeterminato, instaurate grazie alla fruizione dell’esonero contributivo previsto dalla legge 190/2014 sono state, nel periodo gennaio-agosto 2015, ben 42.914, mentre quelle instaurate, nel periodo gennaio-agosto 2016, con l’esonero contributivo della legge 208/2015 sono state solo 19.569. E’, dunque, probabile che nei prossimi mesi assisteremo, purtroppo, ad un nuovo calo dell’occupazione e non ad una forte ripresa – conclude – come, invece, ci si auspicava’.



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