«Io non sogno un velo bianco ma di fare il grande salto. Per arrivare in alto sono caduta in basso o mamma mia mi sono rotta il tacco. Per arrivare in alto ci vuole più di un santo o mamma mia mi sono rotta il…». È il ritornello orecchiabile di «Mi sono rotta il tacco», il primo singolo della cantautrice salentina Greta Portacci da canticchiare e fischiettare nelle sere d’estate. Che cosa farebbero Garibaldi e Adamo ed Eva se vivessero nella società moderna? La risposta è nel testo che con dissacrante ironia racconta il mondo di Greta che, nonostante mille difficoltà, riesce a guardare il futuro con occhi bizzarri e sognanti, alla continua ricerca della propria realizzazione.
Il videoclip diretto da Giorgio Gabe e girato in più location, tra cui la splendida Piazza Duomo a Lecce – ha collezionato in pochi giorni quasi 9mila visualizzazioni e il contatore continua a girare segno che il brano – scritto insieme a Giulia Capone e Nicco Verienti, team di autori che lavora al fianco di numerosi big della musica – piace. Insomma, «Mi sono rotta il tacco» conquista fin dalle prime note. È la classica canzone dell’estate, fresca ma mai banale, che ti rimane in testa con la sua sonorità, ma che riesce a lanciare un messaggio: quello di essere sempre se stessi.
Non è il primo passo artistico di Greta Portacci, classe 1994. Nonostante la giovane età vanta un percorso ricco di esperienze tra concorsi e palchi in giro per l’Italia. Non solo la strada della musica, porta avanti anche la carriera da autrice. Ha firmato il singolo ‘Shangai’ per Le Deva e nei prossimi mesi arriveranno a sorpresa nuove collaborazioni.