
Ha aspettato l’ultimo giorno di scadenza dei termini per l’impugnazione. Ma alla fine la Regione ha deciso di ricorrere alla Consulta contro il decreto Delrio che tra le altre cose prevede soprattutto l’abolizione delle province e l’istituzione delle città metropolitane. Sono stati in tanti nelle settimane scorse a sollecitare il governo Vendola affinché si facesse promotore di un’azione legale che a detta di molti arginerebbe gli effetti nefasti del decreto del sottosegretario alla presidenza del Consiglio che ne ha dato il nome e che penalizzerebbe le tante piccole comunità amministrative del territorio che con la provincia perderebbero non soltanto l’ente di coordinamento ma anche e soprattutto un ente di prossimità a cui rivolgersi per ottenere risposte e risoluzioni ai tanti problemi della vita pubblica locale.
A dire il vero, però, a volere quel decreto è stato il Premier, Matteo Renzi che elezioni alla mano ha dalla sua parte gli italiani convinti che se non si comincia a tagliare, a partire dagli enti pubblici, nel nostro paese la spending review diventa soltanto una formula vuota. Ma dal dire al fare…
Se, infatti, in Italia circola una forte aria di antipolitica e di efficientismo amministrativo è pur vero che poi quando si scende nei territori i cittadini si auspicano di non perdere contatti e servizi che facilitano il vivere in comunità. Il fatto poi che il taglio delle Province andasse di pari passo all’istituzione delle città metropolitane ha fatto drizzare le antenne.
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Nel Salento, la lotta al decreto di Graziano Delrio ha preso il nome di «guerra al baricentrismo» ovvero di presa di posizione contro lo strapotere del Capoluogo a danno delle altre province pugliesi, Lecce in primis. Proprio ieri, il consigliere regionale di Forza Italia, Luigi Mazzei chiedeva alla Regione di impugnare il decreto e non perdere ulteriore tempo per evitare la perdita secca di rappresentanza istituzionale di tantissimi comuni salentini. Vendola sembra averlo ascoltato. Così nelle mani dell’avvocato Marcello Cecchetti, docente universitario toscano, sono stati consegnai ben 14 rilievi al testo.
Il Decreto, infatti, avrebbe invaso le competenze costituzionali attribuite agli enti locali del territorio. In altre parole, lo Stato non avrebbe alcuna competenza per l’istituzione delle nove Città metropolitane che Renzi vorrebbe creare: la Costituzione, infatti, prevede un procedimento, dal basso, che parte dai cittadini interessanti.
Ma la Puglia non è sola ad aver intrapreso questa “battaglia”. Anche il Veneto ha deciso di impugnare il decreto Delrio per motivi simili. E visto che il termine scade oggi non è escluso che altre regioni possano seguire questa strada.
«Meglio tardi che mai!» Commenta il Consigliere Regionale Luigi Mazzei, «anche se giunta in Zona Cesarini la notizia dell'impugnazione del Decreto Delrio da parte della Regione Puglia è una notizia che fa sperare il Salento contro l'imperante "baricentrismo" che l'abolizione delle province – e la contemporanea attivazione delle città metropolitane – avrebbe elevato a potenza. Il decreto Delrio – prosegue il consigliere calimerese- è palesemente incostituzionale e un provvedimento del genere non può produrre nefandezze che si ripercuotono su un difetto di rappresentanza delle nostre comunità, che perderebbero così ogni forma di interlocuzione istituzionale prossima». «Il Governo Vendola – conclude Mazzei- ha cincischiato, ma alla fine, ascoltando la nostra voce e le nostre ragioni, ha scelto di impugnare quell'atto alla Consulta.
Si apre insomma una nuova pagina nella quale il Salento e tutti gli altri territori possono far sentire la loro voce».