Messa in sicurezza del bilancio e 50 nuove assunzioni, sottoscritto tra Comune e Governo l’accordo di riequilibrio strutturale

Il provvedimento consentirà di compiere ulteriori interventi di riduzione e del disavanzo economico e scongiurare per i prossimi due anni il rischio di dissesto.

“Un provvedimento importante, che definisce attraverso un accordo con il Governo nazionale una messa in sicurezza del bilancio del Comune e scongiurando il rischio del dissesto”, con queste parole Carlo Salvemini, Sindaco di Lecce, commenta l’accordo con lo Stato per il riequilibrio strutturale del bilancio ai sensi dell’articolo 43, comma 2, del Decreto-legge nr. 50 del 17 maggio 2022, sottoscritto da lui e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano.

Grazie a questo patto, l’Ente potrà compiere ulteriori interventi di riduzione e del disavanzo, di contenimento e riqualificazione della spesa e allo stesso tempo avviare una campagna di assunzione straordinaria da finanziare con l’incremento del gettito delle entrate proprie.

“Avvieremo procedure di rafforzamento della macchina amministrativa, conferiremo maggiore efficienza agli uffici, con un piano straordinario di 50 nuove unità tra categoria C e D da assumere”, prosegue il primo cittadino.

Nello specifico saranno 50 le persone assunte da “Palazzo Carafa” per scongiurare il collasso organizzativo, gravato negli ultimi anni da numerosi pensionamenti.

“Ci troviamo in una situazione non solo di sofferenza finanziaria – conclude Salvemini – ma anche di deficit organizzativo.

Con questa iniziativa, oggi, ci sentiamo di dare prospettive di maggiore tranquillità per mantenere i propri impegni pluriennali e garantire l’assolvimento degli obblighi finanziari. Tutto ciò è un atto di equità e responsabilità verso il futuro che sento di dover assumere in quanto sindaco di questa città.

Inoltre, sulla base dell’accordo il Comune dovrà presentare, entro 120 giorni – previa approvazione del Consiglio Comunale – la riformulazione del Piano di Riequilibrio approvato nel gennaio 2019, sul quale pende ancora un ricorso presso le sezioni riunite della Corte dei conti, dopo che la Corte regionale, lo aveva bocciato.

Per un periodo di due anni dalla firma, infine, al Comune non può essere imposta la procedura di dissesto, a condizione, però, che l’Ente rispetti l’impegno di deliberare le misure concordate, entro i termini stabiliti.