Nel centrodestra cresce la voglia di dimissioni, tutti d’accordo tranne uno…

Secondo voci di corridoio, il centrodestra sarebbe d’accordo a firmare le dimissioni prima di sabato 24, febbraio ma all’appello manca un consigliere che già occupa il suo posto nell’assise comunale.

Prosegue il pressing del popolo di centrodestra sui 17 consiglieri comunali diventati maggioranza dopo la sentenza del Consiglio di Stato.

Ai cittadini che hanno vissuto come un vero e proprio “attentato” alla loro libera espressione di voto la decisione della Commissione elettorale di consegnare nelle mani del primo cittadino eletto al ballottaggio il premio di maggioranza, non va proprio giù il tentennamento di alcuni consiglieri che si rifiuterebbero di dimettersi nelle prossime ore per consentire alla città di tornare al voto in primavera. Né piace il motto che sta filtrando in queste ore: “o tutti o nessuno” che rischia di diventare, invece, un pretesto per evitare di riconsegnare la parola ai cittadini.

A dire il vero sembra che la pressione sui 17 stia sortendo più di qualche effetto, dal momento che – a quanto risulta da nostre fonte – solo e soltanto un consigliere (che tra l’altro già occupa il suo posto nell’assise cittadina) sia fermamente convinto che occorre instaurare un dialogo con l’esecutivo, ovviamente sempre nell’interesse dei cittadini…

La sua è una decisione pesante e determinante poiché è escluso che il consigliere in quota M5S, Fabio Valente, faccia un passo indietro.

Alle parole di Mauro Giliberti, l’ex candidato sindaco che ha pubblicamente espresso il suo disappunto nei confronti di chi pur avendo fatto ricorso avrebbe poi deciso di non affondare il colpo contro il centrosinistra dimettendosi, si sono aggiunte anche quelle dell’ex primo cittadino Paolo Perrone che non ha gradito l’abile mossa strategica di Carlo Salvemini di lasciare nelle mani del centrodestra la sorte di questa consiliatura.

«Questa fallimentare esperienza amministrativa deve finire perché non si può accettare che Lecce sia governata, come è successo sino a oggi, da un sindaco e da assessori disorientati e senza alcuna idea. C’è un diffuso malcontento tra i leccesi, anche tra coloro che hanno votato Salvemini e la sua coalizione. Ecco perché – ha dichiarato l’ex Sindaco – ritengo che tornare alle urne, affidarsi di nuovo alla volontà dei nostri concittadini, sia la soluzione migliore».

«È a dir poco singolare però che Salvemini, cui la città ha affidato la responsabilità dell’amministrazione e che ha gli strumenti per scegliere in piena autonomia se proseguire o porre fine a questa esperienza, decida di affidarsi alle decisioni degli altri. Anche lo spauracchio del commissariamento è un giochetto per imbrigliare l’opinione pubblica, perché sarebbe bastato che Salvemini si fosse dimesso prima della sentenza, quando tutto il mondo aveva capito come sarebbe andata a finire e quando ci sarebbe stato il tempo sufficiente per scongiurare un commissariamento lunghissimo. Lasciandosi anche la possibilità di ritirare le dimissioni nel caso di una pronuncia a suo favore da Roma, esito a cui comunque non credeva nessuno»

Per Perrone (ora impegnato nella corsa al Senato nel collegio plurinominale di Nardò) sarebbe addirittura preferibile il Commissariamento alla prosecuzione della attuale amministrazione. Peggio ancora se appoggiata da qualche “quaglia” del centrodestra.

In realtà ci sarebbe da chiedergli con quali prospettive di vittoria la sua coalizione potrebbe giocarsela nel prossimo futuro visto che il secondo turno delle amministrative e la composizione delle liste nelle politiche ha fatto volare, tanti, tantissimi cocci nella sua squadra



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